Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati al mondo dell’intelligenza artificiale.
Se il mondo era rimasto sbigottito dalle potenzialità di Sora, rimarrà inquietato da quelle della nuova applicazione text-to-video di Runway, startup newyorkese di video e immagini AI attiva già da tempo. La società ha presentato la sua nuova creazione, un generatore video chiamato Gen-3 Alpha. Gli esempi mostrati sono davvero impressionanti. L’azienda spiega che l’app, per ora non ancora aperta agli utenti, è frutto di uno “forzo collaborativo di un team interdisciplinare di ricercatori, ingegneri e artisti, progettata per interpretare un’ampia gamma di stili e terminologia cinematografica“. L’impossibilità totale di distinguere l’origine artificiale di quello che vediamo è sempre più vicina.
La settimana inizia sulla scia del monito di Papa Francesco dal G7 pugliese, durante quello che è stato un discorso a suo modo iconico. Il Pontefice ha dichiarato che l’AI modificherà l’essere umano e ha accolto quest’eventualità. In effetti continuano a uscire AI destinate ad influenzare non poco il modo in cui le persone pensano a sé stesse. Un esempio è il chatbot per conversare con la versione futura di sé stessi proveniente dal MIT di Boston.
Al centro del dibattito c’è sempre chi questa rivoluzione l’ha iniziata, OpenAI. Prima di tutto per l’ingresso dell’ex direttore della National Security Agency, il generale Paul Nakasone, nel Consiglio di Amministrazione. Diverse le critiche, su tutte quella di Edward Snowden, che arriva a dichiarare che la nomina è un tradimento a “ogni persona sulla terra” e che è solo l’inizio di un grande progetto di sorveglianza di massa. Di simile avviso deve essere Ilya Sutskever. Il co-fondatore di OpenAI, che ha di recente abbandonato la società, annuncia la nascita nella sua nuova azienda rivale, di nome Safe Superintelligence Inc. Sarà dedicata alla creazione di un’AGI sicura e lontana da logiche commerciali, a rimarcare nemmeno troppo tra le righe la differenza etica con il suo ex datore di lavoro. Un progetto nelle intenzioni simile ad Anthropic che, forse non a caso, annuncia nel frattempo il suo Claude 3.5 Sonnet. Intanto emerge che nel patto tra OpenAI e Apple, la società di Altman sarebbe stata pagata in “visibilità”. In realtà la loro collaborazione strizza l’occhio all’antitrust americano per ripulire entrambe le aziende dalle accuse di concorrenza sleale. Ogni settimana che passa la ‘reputazione morale’ di Altman e i suoi vacilla sempre più.
Chi non riesce a ingraziarsi le istituzioni è Meta, che è costretta a rimandare l’implementazione dell’AI nei suoi social in Europa su richiesta del Garante della Privacy irlandese. Seppur irritata, si concentra nella valorizzazione del suo profilo etico e lancia i Llama Impact Innovation Awards, premi per l’utilizzo sociale dell’AI. O meglio, solo della sua.
Si deve aspettare ancora per i progetti social AI di Zuckerberg, ma in Europa gli occhi per l’AI restano aperti. Lo conferma l’arrivo della prima tranche del NATO Innovation Fund. Il finanziamento della NATO da 1,1 miliardi di dollari per intelligenza artificiale, robot e tecnologia spaziale va a quattro aziende europee divise tra Gran Bretagna e Germania.
Investimenti del genere sono giustificati dalle innovazioni del settore, anche se l’integrazione AI non va liscia per tutti. McDonald’s è costretta a rimuovere la tecnologia di ordinazione vocale basata sull’AI da oltre 100 McDrive, ponendo fine a un test condotto in collaborazione con IBM. Talvolta i clienti si ritrovavano con dieci panini dopo averne ordinato uno o altre stranezze simili.
Come sempre, tra chi vince e chi perde c’è qualcuno che gareggia fuori campionato, cioè NVIDIA. Il colosso di Huang, era solo questione di tempo, supera Microsoft nelle quotazioni diventando l’azienda di maggior valore al mondo. Ma solo per pochi giorni. A breve emerge infatti che gli insider dell’azienda (tra cui lo stesso Huang) stanno vendendo azioni incassando cifre da capogiro. Dopo pochi giorni NVIDIA fa un tuffo di -8% dal suo massimo storico e torna sotto Microsoft frenando i mercati. Qualcuno si domanda cosa stia succedendo e se questi fenomeni prefigurino davvero un rischio di bolla.
Mentre le borse gettano una luce di incertezza, venti dell’innovazione del futuro continuano a soffiare dall’Africa e dall’Asia. La Nigeria, sempre più orientata a ritagliarsi uno spazio, guida gli sforzi per sviluppare un’AI multilingue che protegga gli idiomi africani. Spostandosi nel sud-est asiatico, sono interessanti anche i report provenienti dall’Indonesia, dove tra la popolazione cresce consapevolezza e preoccupazione per l’uso dell’AI molto più che altrove.
E meno male che le persone si dimostrano sempre più interessate all’AI in tutto il mondo, perché il primo rischio della tecnologia risiede nella disinformazione su larga scala. Nel mondo dell’editoria e della comunicazione le cose continuano in effetti a essere complicate. Se il New York Times si era fatto baluardo di una forma di ‘resistenza’ facendo causa a OpenAI, delude i sostenitori con la sostituzione di metà del suo premiato team artistico a favore di applicazioni grafiche AI. Paradossalmente, nel campo della comunicazione fa miglior figura un nuovo social Maven creato proprio da un ex dipendente di OpenAI e finanziato da Altman. Il social sfrutta l’intelligenza artificiale per rendere le interazioni online meno stressanti liberandole dall’ossessione per la viralità.
Attorno al problema delle fake news, da Oxford arriva un nuovo metodo per prevenire le allucinazioni. L’UNESCO getta luce sul tema e osservando l’avanzata dei populismi europei e mondiali avverte come l’AI possa distorcere la memoria sull’Olocausto e aprire all’antisemitismo. Da Londra arriva la pronta risposta di un programma educativo dell’Holocaust Educational Trust basato sulla creazione di versioni virtuali in 3D dei testimoni oculari dell’Olocausto che potranno interagire con gli studenti. Un ottimo esempio di come usare l’AI nel modo giusto.