Così come più di 130 anni fa la Chiesa si apriva alla questione sociale con la pubblicazione della famosa enciclica Rerum Novarum (nel pontificato di Papa Leone XIII), secondo la visione del nuovo vescovo di Roma Robert Francis Prevost (Papa Leone XIV), la Chiesa deve necessariamente coltivare una nuova dottrina di tipo sociale incentrata, fra le altre sfide, sull’intelligenza artificiale.
I temi trattati all’interno dell’articolo
Il richiamo alla dottrina sociale della Chiesa
Questa la sintesi del messaggio espresso dal nuovo Papa in occasione dell’incontro del 10 maggio con i cardinali che lo hanno eletto. Prevost intravede un parallelismo fra il periodo storico vissuto da Leone XIII e quello che dovrà affrontare lui, con al centro la necessità di una prospettiva sociale forte e determinata, volta a salvaguardare diritti e principi dell’essere umano.
Così come alla fine del diciannovesimo secolo il conflitto capitale-lavoro minacciava i capisaldi della dignità umana e la Chiesa si schierò in favore di una convergenza fra libertà economica e rispetto del lavoro e della vita umana, oggi si intravedono simili urgenze in previsione della crescita vasta ed esponenziale dell’applicazione dell’AI in diversi campi.

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La connessione con il messaggio attuale della Chiesa
Il collegamento con la Rerum Novarum è particolarmente significativo perché esso fu un testo anticipatorio e precursore con il quale la Chiesa, per la prima volta nella sua storia, prendeva posizione ufficialmente e in maniera diretta sulle condizioni che affliggevano la classe operaia dell’epoca. Richiamando all’enciclica, Papa Leone XIV pone le basi concettuali di un pontificato che nei confronti dell’evoluzione tecnologica intende probabilmente mantenere la linea già percorsa da Papa Francesco. Presumibile che Paolo Benanti, esperto di intelligenza artificiale per il Vaticano già in prima linea nel panorama AI europeo, possa occupare una posizione sempre più centrale.