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Fracking, data center e impatto ambientale
Una parte dei nuovi data center negli Stati Uniti viene costruita nelle vicinanze di impianti di estrazione di gas naturale che utilizzano la tecnica del fracking (fratturazione idraulica). Il motivo? Le aziende di intelligenza artificiale hanno un elevato e costante bisogno di energia per alimentare le proprie infrastrutture, e l’accesso semplificato e a costi ridotti all’energia è per loro una risorsa fondamentale.
In questo contesto stanno passando in secondo piano le preoccupazioni ambientali sulla tecnica del fracking, che coinvolgono la contaminazione delle falde acquifere, l’inquinamento dell’aria, rischi per la biodiversità e i terreni agricoli, siccità e rischi sismici indotti. La fratturazione, che in Europa è illegale e negli Stati Uniti è stata più volte criticata, prevede l’estrazione di idrocarburi tramite delle fratture nelle rocce sotterranee per favorire l’estrazione di gas e petrolio.
I progetti
Il principale progetto finito al centro delle attenzioni è Horizon di Poolside, una startup francese di AI. La società sta infatti sviluppando un mega data center su uno spazio di 500 acri in Texas (a circa 300 miglia a ovest di Dallas) vicino ai punti di estrazione di gas naturale (Permian Basin, una delle principali fonti di gas naturale degli Stati Uniti), in modo tale da rendere le infrastrutture autosufficienti dal punto di vista energetico e non pesare sulla rete elettrica pubblica locale. Il piano dell’azienda avrà un impatto enorme sui terreni agricoli e gli habitat naturali locali e potrà inoltre gravare fortemente sulle risorse idriche della zona.
Un caso simile coinvolge anche OpenAI. Ad Abilene (Texas), la società sta lavorando alla costruzione di un enorme data center alimentato dalla rete locale che si basa principalmente su energia eolica e solare. La scelta del luogo non è stata però casuale e garantisce all’azienda l’accesso all’energia di una centrale a gas di backup per garantire continuità energetica anche in caso di interruzione della rete.
Le pressioni della politica
Nonostante i gruppi ambientalisti locali stiano da tempo denunciando i pericoli legati all’utilizzo di queste tecniche di estrazione, le aziende di AI sembrano sposare sempre di più un approccio integrato che contempla l’utilizzo di fonti rinnovabili accorpato agli idrocarburi, privilegiando la sicurezza energetica a discapito di quella ambientale.
Ciò che conta molto sono anche le pressioni politiche e il ruolo del governo federale incarnato nella visione politica dell’amministrazione Trump. Per vincere la corsa all’AI con la Cina, il governo statunitense sta centralizzando le decisioni in materia di intelligenza artificiale e deregolamentando una serie di norme di sicurezza che possono essere un ostacolo verso questo obiettivo, ambiente compreso.
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