Un’AI superiore agli umani entro 10 anni? | Weekly AI #75

Un’AI superiore agli umani entro 10 anni? | Weekly AI #75

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Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati all’AI. Sanità, legal, trasporti, innovazione, moda, ambiente: ogni settimana, una raccolta delle novità che stanno cambiando il mondo.

Zuckerberg ci riprova: arrivano i nuovi Ray-Ban Meta  

Durante il Meta Connect 2023, Mark Zuckerberg ha annunciato l’arrivo dei Ray-Ban Meta, la seconda generazione di occhiali potenziati con intelligenza artificiale.

Il progetto è frutto della collaborazione tra il gruppo Meta e Essilor-Luxottica. I due marchi avevano iniziato a corteggiarsi a vicenda nel maggio 2019, con una visita a sorpresa di Zuckerberg nella sede di Agordo durante un viaggio in Italia.

Una versione precedente degli occhiali era già stata messa in vendita sul finire del 2021. I risultati non avevano soddisfatto le aspettative, ma Meta sembra aver fatto tesoro di quell’esperienza per creare un nuovo prodotto che promette davvero di lanciare un settore di mercato che fino ad oggi ha stentato a decollare.

Non solo i nuovi occhiali (da sole) sono dotati di intelligenza artificiale, ma soprattutto presentano una funzione live streaming pensata ovviamente per il mondo dei content creator. E il tutto ad un prezzo di partenza relativamente contenuto, al di sotto dei 300 euro. È l’inizio di una forma di democratizzazione della realtà aumentata?

OpenAI creerà il suo “iPhone AI”? 

OpenAI starebbe pianificando, in una collaborazione con l’ex capo designer di Apple, Jony Ive, la creazione del primo smartphone strutturato interamente attorno all’AI.

Il progetto sarà finanziato dal CEO di SoftBank, Masayoshi Son, per oltre un miliardo di dollari. Sam Altman e Ive avrebbero già realizzato alcune sessioni di brainstorming nello studio di design di quest’ultimo a San Francisco. Per adesso non sarebbe stato raggiunto nessun accordo formale. Ci vorranno mesi per l’annuncio effettivo della collaborazione e forse anni prima della presentazione di un prodotto.

Il progetto vorrebbe condurre a un oggetto che limiti di molto la dipendenza da schermo sfruttando soluzioni di utilizzo alternative. Secondo i creatori, potrebbe sancire una rivoluzione paragonabile a quella dell’avvento del primo iPhone. Ive negli ultimi anni è stato molto critico sulla deriva ‘compulsiva‘ nella diffusione degli smartphone; è probabile dunque che si affronterà il prodotto con un’attenzione diversa rispetto al passato.

Meta AI addestrata con i dati di Facebook e Instagram 

Meta ha usato i contenuti degli utenti presenti su Facebook e Instagram per addestrare la sua Meta AI, l’assistente personale basato sull’intelligenza artificiale che integrerà le varie app social del gruppo. 

Lo ha dichiarato il Presidente degli affari globali di Meta, Nick Clegg. “Abbiamo cercato di escludere set di dati che contengono una forte preponderanza di informazioni personali“, ha specificato mantenendo una certa vaghezza.

Il tema del consenso nell’uso dati è sempre più al centro dell’evoluzione AI nell’immediato futuro. Durante le prime settimane di settembre, Meta ha introdotto il modulo ‘Diritti dell’interessato per l’AI generativa‘ tramite il quale gli utenti possono validare o meno il consenso per l’utilizzo dei propri dati.

Ma ciò che sembra un segnale di trasparenza è più, forse, un’esigenza di posizionamento aziendale agli occhi dei consumatori. Il dibattito sulla legittimità o meno della tecnica dello scraping e i dubbi relativi al copyright aprono scenari in cui buona parte dell’evoluzione dell’AI è sorretta da incognite legali.

Legge di Huang: il paradigma NVIDIA soppianterà Moore? 

Dimenticate la legge di Moore: il nuovo paradigma per la crescita della tecnologia è la legge di Huang, almeno secondo il chief scientist di NVIDIA, Bill Dally.

Durante il discorso di apertura al raduno annuale di ingegneri di chip e sistemi ‘Hot Chips’ l’ingegnere ha descritto il cambiamento radicale nel modo in cui le prestazioni dei computer verranno erogate nei prossimi decenni.

La sua analisi è stata riassunta e pubblicata sul blog di NVIDIA e lì definita proprio ‘legge di Huang’, dal nome del manager taiwanese Jen-Hsun Huang, cofondatore della società di processori grafici. L’espressione è diffusa almeno dal 2018, ed è diventata di pubblico utilizzo quando il Wall Street Journal ne scrisse nel 2020. Le leggi in questione spiegano, in breve, come accelera la tecnologia. Seguire i dibattiti che si creano tutt’attorno è molto utile per immaginare gli sviluppi dell’economia nell’immediato futuro.

Lo studio: i ‘loop distruttivi’ tra l’AI e l’uomo 

Un team dell’Università Deusto di Bilbao ha realizzato un interessante studio che lancia l’allarme sui rischi di potenziali ‘loop distruttivi’ tra l’uomo e l’AI: il paper spiega che mentre realizziamo algoritmi includendovi senza volerlo i nostri pregiudizi ed errori, l’intelligenza artificiale può restituire di rimando feedback strutturati attorno agli stessi errori, influenzandoci a nostra volta. 

E non è tutto: ciò che di negativo o sbagliato l’AI insegna ad un gruppo sociale, viene assorbito in un automatismo quasi implicito. Di conseguenza le persone riprogrammeranno altre AI passando la stessa tendenza all’errore e così via. Un’influenza negativa reciproca talmente sottile e pervasiva da portare a conseguenze inimmaginabili.

Lo strumento AI di Google che prevede le malattie genetiche

Google DeepMind ha lanciato un tool di nome Alpha Missense in grado di prevedere le probabilità di malattie genetiche analizzando il DNA. È in grado di comprendere quando una o più lettera all’interno del codice risulta sbagliata, identificando così tutte le mutazioni. 

Il team che ha sviluppato questo innovativo modello ha pubblicato uno studio sulla rivista specializzata Scienze e ha raccontato di avere già esaminato circa 71 milioni possibili mutazioni. 

Ne hanno ricavato un database gratuito online con tutte le predizioni. “Come risorsa per la comunità – hanno scritto – forniamo un database di predizioni per tutte le possibili sostituzioni di singoli aminoacidi nel proteoma umano”.

Un’AI superiore agli umani entro 10 anni?

Durante la conferenza di SoftBank World, il CEO della holding finanziaria multinazionale giapponese, Masayoshi Son, ha dichiarato che ritiene probabile entro i prossimi dieci anni l’arrivo di una AI in grado di superare l’intelligenza umana. 

Ha sottolineato che a suo modo di vedere già attualmente l’AI manifesta una capacità di deduzione per molti versi simile a quella umana. “L’intelligenza artificiale ora apprende da sé, si allena e deduce proprio come gli esseri umani”. Negli ultimi mesi e anni l’azienda ha investito in numerose startup e altre attività AI (tra cui il nuovo smartphone di OpenAI) e intende ristrutturare la sua intera organizzazione attorno alle nuove tecnologie.

Son ha anche citato l’idea di una Super AI che possa superare l’intelligenza umana fino a diecimila volte, un concetto caro anche da Elon Musk. I magnati favorevoli a pensare l’AI in questi termini aumentano sempre più.

Mara Venier contro il deepfake

Un deepfake con protagonista Mara Venier che invita gli utenti ad investire 250 euro in un progetto finanziario ha fatto arrabbiare la diretta interessata. Il video è circolato sui social network confondendo diversi utenti circa la sua veridicità.

La nota conduttrice ha annunciato che prenderà provvedimenti legali. “Sono la vittima inconsapevole ed incolpevole di un tentativo di truffa a danno di ingenui creduloni – ha scritto – ho dato mandato al mio legale Giorgio Assumma di attivare tutte le iniziative amministrative e giudiziarie per far cessare l’illecito ed ottenere il risarcimento dei danni”.

La Venier si unisce dunque ai personaggi noti che si schierano contro l’uso indiscriminato e incontrollato dell’AI per creare contenuti che li riguardano. Può la giurisprudenza governare il fenomeno?


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