L’ex CTO di OpenAI Mira Murati ha finalmente aperto il sipario sul primo prodotto della sua nuova avventura imprenditoriale Thinking Machines Lab. L’azienda ha presentato Tinker, un’API che rende più accessibile e flessibile il fine-tuning (l’adattamento dei modelli linguistici a usi specifici), da sempre, una delle operazioni più complesse nel campo dell’AI generativa.
Tinker si presenta come una piattaforma che automatizza la parte più tecnica e onerosa del processo — gestione dell’infrastruttura, calcolo distribuito e ottimizzazione delle risorse — lasciando agli sviluppatori il pieno controllo su ciò che conta davvero: i dati, gli algoritmi e il risultato finale.
Murati ha descritto Tinker come uno “strumento per democratizzare la personalizzazione dell’intelligenza artificiale”, sottolineando come oggi il vero vantaggio competitivo non risieda solo nei modelli di base, ma nella capacità di adattarli a contesti specifici, dal linguaggio tecnico delle aziende al tono empatico dei chatbot.
Il lancio di Tinker segna un passo importante nel percorso post-OpenAI di Murati, che sembra voler coniugare rigore tecnico e visione etica: rendere l’IA non solo più potente, ma anche più umana e accessibile.
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