Anche il direttore tecnico Mira Murati lascia OpenAI.
L’azienda di ChatGPT continua a perdere pezzi dopo gli abbandoni di Ilya Sutskever, John Schulman, Jan Leike e dopo l’annuncio dell’anno sabbatico di Greg Brockman.
Murati, che era uno dei membri storici della società, lascia dopo sei anni per “creare il tempo e lo spazio per l’esplorazione personale”. È curioso il fatto che nel suo messaggio di saluto su X descriva l’operato dell’azienda come una parabola arrivata a pieno compimento, quasi come se la creazione di GPT-1o fosse il punto di arrivo e come se il suo compito fosse semplicemente finito.
Altman ha risposto al messaggio di Murati condividendo un messaggio, all’inizio piuttosto breve, pieno di gratitudine per questi anni.
Dopo poche ore il suo post su X è stato modificato per un ampliamento, forse per mettere a tacere voci su una sua presunta indifferenza o astio. Sembrerebbe a prima vista un distacco pacifico ma OpenAI si è contraddistinta per un clima interno pieno di tensioni e lotte di potere. Insospettisce il fatto che poco dopo Murati abbiano annunciato il licenziamento il chief research officer Bob McGrew e il vicepresidente per la ricerca, Barrett Zoph. Altman ha scritto che si tratterebbe di decisioni indipendenti l’una dalle altre, ma risulta difficile credergli.
Intanto si vocifera che l’azienda andrebbe verso la definitiva trasformazione in società a scopo di lucro. Che c’entri questa nuova direzione?