Uno studio pubblicato dal “Proceedings of the National Academy of Sciences” ha evidenziato un significativo divario di genere nell’adozione di ChatGPT nel mondo del lavoro. La ricerca ha coinvolto 18.000 lavoratori provenienti da 11 professioni, tra cui marketing, consulenza finanziaria, sviluppo software, giornalismo e professioni legali. I risultati mostrano che, complessivamente, il 41% dei lavoratori in professioni ad alta esposizione all’uso di ChatGPT lo utilizza per compiti lavorativi.
Ma emerge un importante divario di genere nell’adozione del chatbot. Le donne risultano essere il 16% meno propense ad utilizzare ChatGPT rispetto agli uomini, anche quando si considerano lavoratori dello stesso settore con compiti simili. Questo suggerisce che le barriere all’adozione potrebbero rafforzare le disuguaglianze esistenti nel mercato del lavoro. In generale, si sollevano preoccupazioni sul potenziale rafforzamento delle disuguaglianze nel mercato del lavoro.
Oltre al genere, altri fattori influenzano l’adozione di ChatGPT. I lavoratori più giovani e con meno esperienza tendono ad adottare maggiormente la tecnologia, con ogni anno di età in più associato a una diminuzione dello 0,7% nella probabilità di utilizzo. Inoltre, nonostante una minore esperienza, i lavoratori che utilizzano ChatGPT tendono a guadagnare leggermente di più rispetto a quelli che non lo utilizzano, suggerendo che l’adozione della tecnologia potrebbe essere associata a opportunità di lavoro più remunerative.

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