La Corea del Sud ha convocato un summit internazionale di nome REAIM per affrontare il tema dell’uso responsabile dell’intelligenza artificiale nel campo militare. Oltre 90 paesi, tra cui Stati Uniti e Cina, hanno inviato i loro rappresentanti governativi all’evento di due giorni, 9 e 10 settembre, a Seul.
Si tratta del secondo vertice di questo tipo, dopo quello tenuto ad Amsterdam l’anno scorso, durante il quale era stato sottoscritto un appello alla responsabilità non vincolante.
Durante il discorso di apertura del Summit, il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun ha preso ad esempio gli sforzi dell’Ucraina per ottenere un vantaggio tecnologico sulla Russia attraverso l’impiego di droni dotati di AI. “Quando l’AI viene applicata al dominio militare – ha affermato – le capacità operative dell’esercito vengono notevolmente migliorate. Tuttavia è come un’arma a doppio taglio, poiché può causare danni tramite abuso“, ha affermato Kim.
Le discussioni del vertice si sono orientate verso aspetti come la revisione legale per garantire il rispetto del diritto internazionale e i meccanismi per impedire che le armi autonome prendano decisioni di vita o di morte senza un’adeguata supervisione umana.
Il summit di Seul mira a concordare un piano d’azione, stabilendo un livello minimo di limiti per l’utilizzo dell’AI in ambito militare e suggerendo principi per un uso responsabile, riflettendo i principi stabiliti dalla NATO, dagli Stati Uniti o da numerosi altri paesi. Non è ancora chiaro quante nazioni presenti al Summit sottoscriveranno il documento finale, che probabilmente non prevederà ancora impegni legali, ma rappresenterà un tentativo più dettagliato di stabilire dei limiti all’uso dell’intelligenza artificiale in campo militare.