Alibaba ha rilasciato in Cina l’applicazione beta per gli utenti frutto del suo aggiornamento dell’AI Qwen e già si parla di una specie di nuovo “effetto DeepSeek“, seppur (per ora) meno dirompente. Secondo i benchmark il nuovo modello, che supera il precedente Tongyi ed è già disponibile nel suo Paese per il download sulle piattaforme, è già uno dei più efficienti in circolazione e punto d’arrivo della tecnologia del colosso cinese. Soprattutto, è un’accelerazione notevole verso un approccio “totale” open source di Alibaba dedicato agli utenti che spaventa non poco la Silicon Valley.
Qwen Panic!
Il modello Qwen (la famiglia di modelli LLM sviluppati da Alibaba Cloud) esiste da tempo, e molte versioni sono state rilasciate per sviluppatori, aziende o via API. Tuttavia, l’applicazione “app Qwen” destinata agli utenti finali (da mobile, web, PC) non esisteva come piattaforma consumer che desse accesso diretto al modello per chat, generazione di contenuti, funzioni multimodali e agentiche.
Nel mondo tech della Silicon Valley si respira in questi giorni una crescente ansia dovuta a questa uscita e alla rapidità con cui Alibaba sta progettando il suo nuovo ecosistema. A preoccupare i player americani è soprattutto il posizionamento nell’open-source e nell’AI multimodale della società cinese. L’azienda ha già in previsione di integrare in Qwen mappe, consegna di cibo, servizi di biglietteria, strumenti per l’ufficio, funzioni di apprendimento, shopping, servizi sanitari e altre innumerevoli funzionalità. E il tutto a un costo nettamente inferiore rispetto a quello necessario alle aziende USA.
Queste ultime sono spaventate dalla conferma di un trend, quello del basso costo e dell’alta scalabilità, inaugurato con Deepseek (a sua volta avversario di Alibaba ma al suo fianco nella crescita cinese) e ora diventato sistemico del tech cinese.
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Affondo e difesa
La presentazione dell’app di Alibaba arriva in un momento chirurgico e strategico molto chiaro.
Negli ultimi mesi l’ecosistema tecnologico statunitense ha iniziato a mostrare incrinature: valutazioni gonfiate, investimenti sempre più aggressivi nell’AI e una pressione crescente per espandere infrastrutture e data center prima che la domanda reale si riveli inferiore all’aspettativa. Il dibattito sulla bolla del tech occidentale torna in auge mentre crescono gli investimenti sulle infrastrutture nel tentativo di blindare il dominio globale americano sull’AI.
Dunque, quello di Alibaba è un messaggio per rivendicare l’agilità del mercato cinese. La nuova app è un prodotto dedicata alla pratica digitale che è insieme un affondo e una mossa di difesa. Un modello potente ma finora “dietro le quinte” diventa una piattaforma consumer pronta all’uso quotidiano, sulla falsariga di ChatGPT e Gemini. La rivoluzione risiede nella tipologia di dialogo che aziende come Alibaba possono avere con utenti e consumatori mondiali rispetto alle aziende americane. La natura della relazione è potenzialmente diversa, in virtù di una diversa provenienza culturale. L’app non è ancora disponibile per il mercato occidentale (le indiscrezioni dicono che arriverà più avanti), quando verrà rilasciata potrà essere accolta con sospetto o con grande entusiasmo. L’origine del Qwen Panic è da ricondurre soprattutto a questo.
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