Meta AI, il chatbot sviluppato da Meta e disponibile per tutti gli utenti Whatsapp, potrebbe intrattenere conversazioni esplicite a sfondo sessuale anche con utenti minorenni. É quanto emerge da una lunga e corposa inchiesta condotta dal Wall Street Journal incentrata sui limiti e le procedure di conversazione che si possono avere con MetaAI. Il giornale statunitense per diversi mesi ha portato avanti centinaia di conversazioni con il chatbot utilizzando anche profili under18.
Quanto riferito dai giornalisti che hanno condotto l’inchiesta è che il chatbot può spingersi fino a parlare di sesso, replicare a proposte a sfondo sessuale, provocare con utenti minorenni e immaginare situazioni sessuali illegali che coinvolgono minorenni. Sempre secondo l’inchiesta, questa espansività sarebbe il frutto di una volontà espressa specificamente dal CEO Mark Zuckerberg che nel suo ruolo ha dato esplicite indicazioni di “allentare le barriere di protezione» per rendere questi chatbot «il più coinvolgenti possibile“.
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, avvenuta la scorsa settimana, Meta ha risposto definendola “manipolativa” e non rappresentativa dell’uso che gli utenti fanno di Meta AI ma, secondo le stesse persone che hanno condotto l’indagine, qualcosa sembra essere cambiato e i profili registrati come appartenenti a minorenni ora non riescono più intrattenere questo tipo di conversazioni con la stessa facilità di prima.

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