Durante un episodio del podcast “Uncapped“, il venture capitalist Vinod Khosla ha predetto che entro cinque anni quasi ogni famiglia americana avrà accesso a un robot umanoide capace di cucinare la cena, fare il bucato e riordinare casa — tutto per un costo paragonabile a un abbonamento televisivo premium. Il tutto è reso possibile da un passaggio tecno-sociale che Khosla, voce influente e co-fondatore di Sun Microsystems, ha definito “il momento ChatGPT dei robot“, ossia l’allineamento perfetto in cui la robotica coniugherà alte performance a una raggiungibilità su larga scala.
“La differenza – ha detto – è che invece di generare solo testo, queste macchine saranno in grado di navigare nel mondo fisico“.
Proprio come ChatGPT ha democratizzato l’accesso all’intelligenza artificiale sul piano del linguaggio alla fine del 2022, Khosla e altri leader tecnologici credono che il 2027 potrebbe segnare l’anno in cui i robot autonomi passeranno da curiosità di laboratorio ad assistenti domestici pratici. I segnali in effetti sono sotto i nostri occhi da un po’.
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Un maggiordomo robot da 300 dollari al mese
L’economia che guida questa previsione è sorprendentemente semplice. Le aziende di robotica stanno sviluppando modelli di business che prevederebbero non solo acquisti ma anche affitti di robot umanoidi per 300-400 dollari al mese — grossomodo equivalente ad assumere collaboratori domestici part-time.
“Quando cambi l’ambiente, i robot attuali non funzionano bene – ha spiegato Khosla – I robot devono imparare come fanno gli esseri umani.”
Questa capacità di apprendimento rappresenta la svolta fondamentale che le aziende di tutta la Silicon Valley stanno rincorrendo. A differenza dei robot industriali tradizionali che richiedono programmazione precisa per compiti specifici, la nuova generazione di macchine umanoidi userà l’intelligenza artificiale per adattarsi a situazioni sconosciute.

"Vedo una mela rossa al centro del tavolo": GPT ora ha un corpo
Figure AI ha presentato il primo umanoide con incorporata un'AI…
I corpi…
L’ultima creazione di Figure AI, il robot Figure 02, esemplifica questo approccio. Equipaggiato con un sistema chiamato Helix, il robot può coordinare braccia, mani e elaborazione vocale in tempo reale usando hardware integrato a basso consumo. L’azienda ha stretto partnership con OpenAI e Nvidia per accelerare lo sviluppo e ha recentemente aperto una fabbrica capace di produrre 12.000 unità all’anno.
Ma le innovazioni hardware nella nuova robotica umanoide (sebbene perlopiù limitate a brevi “momenti virali” mirati a impressionare il pubblico e attrarre investitori) si susseguono da quasi due anni.
Quando nel marzo 2024 Figure AI ha presentato il suo primo prototipo di umanoide con incorporata un’intelligenza artificiale parlante di OpenAI è parso di essere di fronte a un momento game-changer. Non si è tradotto in un’esplosione di innovazione sulla breve distanza, ma ha inaugurato una gara tra aziende che prosegue da allora. Per esempio, Tesla ha presentato a più riprese evoluzioni del suo robot Optimus, Boston Dynamics ha rilanciato di volta in volta le migliorie del suo umanoide Atlas, 1X Technologies ha presentato l’umanoide NEO Gamma mentre Clone Robotics ha mostrato le prime immagini dell’inquietante Protoclone, robot che simula la struttura ossea e muscolare umana.
C’è chi punta già al mercato. Musk ha promesso che Optimus sarà commercializzato entro il 2026 e che potrebbe costare in un range tra i 30.000 e i 50.000 dollari. Il CEO mira ad abbassare il prezzo a 20.000 dollari una volta superato il primo milione di unità vendute. Alle sue esternazioni, per adesso, non sono seguiti altri aggiornamenti.

Anche Meta punta sugli umanoidi: in arrivo un team dedicato ai robot
Secondo Bloomberg l'azienda avrebbe creato un nuovo 'team robot' all'interno…
… e le menti
Mentre da una parte l’hardware prosegue con continuità, le aziende di punta del mercato AI competono in anticipo per non farsi trovare impreparate con gli appositi software. La maggior parte delle big tech non stanno partecipando direttamente (per ora) alla gara per progettare e costruire i robot, ma sono tutte concentrate nel creare l’AI per alimentarli. Il tutto assomiglia ai momenti precedenti ad una gara di corsa, con i concorrenti pronti sulla riga ad attendere lo sparo dell’arbitro.
Così NVIDIA ha presentato tra il 2024 e il 2025 due aggiornamenti di GR00T N1, modello AI per la robotica umanoide, Microsoft ha rilanciato a febbraio 2025 con Magma, un innovativo modello multimodale progettato per rivoluzionare l’interazione tra l’AI e il mondo fisico. Poco tempo dopo è stata Google a svelare Gemini Robotics e Gemini Robotics-ER, modelli AI basati su Gemini 2.0 progettati per la robotica. Anche Meta nei primi mesi del 2025 avrebbe creato un nuovo ‘team robot’ all’interno della divisione Reality Labs e in casa Apple si parla da tempo dello sviluppo di una “personalità basata sull’intelligenza artificiale generativa” per futuri dispositivi robotici.
Il trend sta proseguendo anche in queste settimane: a giugno Amazon ha lanciato un nuovo gruppo di lavoro sull’AI agentica applicata agli automi, e la franco-americana Hugging Face ha proposto un tassello software verso la democratizzazione della robotica con il nuovo SmolVLA, modello in grado di controllare robot e talmente leggero da funzionare anche su un semplice Mac.
Il nome della rivoluzione
Durante l’intervista, Khosla ha messo in luce un dato che spesso sfugge: le grandi innovazioni in nuovi settori raramente nascono dalle aziende consolidate. È un avvertimento significativo: proprio come OpenAI è emersa dal nulla passando da piccola startup di ricerca a leader dell’intelligenza artificiale, è probabile che la svolta nella robotica umanoide non arriverà da colossi come Apple o Amazon, ma da realtà attualmente considerate marginali se non invisibili.