Testa a testa Google-OpenAI: dopo AI Mode arriva Atlas, il browser di Altman

A distanza da pochissimi giorni dal suo rilascio, AI Mode sembra improvvisamente sorpassato

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Testa a testa Google-OpenAI: dopo AI Mode arriva Atlas, il browser di Altman

Anche OpenAI ha presentato il suo browser ufficiale per la navigazione web. Si chiama Atlas e promette di rivoluzionare ulteriormente la ricerca online. Visti tempi di rilascio, il progetto potrebbe sembrare la risposta di Altman a AI Mode di Google, ma in realtà la competizione andrebbe vista all’inverso.

Nonostante AI Mode fosse stato pre-annunciato a marzo di quest’anno e le prime voci su un browser di OpenAI risalgono a luglio, Google si era probabilmente portata avanti per inseguire un trend a cui, era noto, OpenAI puntava già da tempo.

Anzi, al trend del “search AI” Google è stata obbligata obtorto collo, visto che le nuove modalità “search AI” la costringono a un ripensamento del modello di business che la mette non poco in difficoltà.

Ѐ sempre stato Atlas il grande avversario per il quale Google si è preparata per mesi. E ora, improvvisamente, a distanza da pochissimi giorni dal suo lancio, AI Mode sembra anche sorpassato.

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Una nuova navigazione agentica

Ma cosa può fare il nuovo Atlas di OpenAI? Lo strumento rappresenta la fusione tra un browser “comune” e la capacità di comparazione ed elaborazione dati di ChatGPT, con nuove funzioni che mirano a ridefinire il concetto stesso di “navigare sul web”.

Quando l’utente naviga, è come se ChatGPT fosse sempre con lui come co-pilota. “Con Atlas, ChatGPT può seguirti ovunque sul web – scrive OpenAI – aiutandoti nella finestra in cui ti trovi, capendo cosa stai cercando di fare e completando le attività per te, il tutto senza dover copiare e incollare o uscire dalla pagina“.

Memoria del web

Il gesto di navigare sul web, insomma, diventa “assistito”. E spicca il potenziamento di una memoria AI sulle pagine visitate. Memoria che è già integrata, quindi le conversazioni possono attingere a elementi passati della navigazione in uno scambio con l’utente davvero inedito. La fluidità tra azione e memoria è proprio l’elemento che contraddistingue di più il nuovo Atlas.

Le memorie del browser – continua OpenAI – consentono a ChatGPT di ricordare il contesto dei siti che visiti e di recuperarlo quando ne hai bisogno”.

OpenAI porta a esempio una semplice comparazione automatica tra fonti: “Puoi porre a ChatGPT domande come: – Trova tutte le offerte di lavoro che ho consultato la settimana scorsa e crea un riepilogo delle tendenze del settore in modo da potermi preparare per i colloqui -“

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L’agente in casa

L’altro grande elemento di distacco dai competitor è la capacità agentica dello strumento. OpenAI approfitta dell’occasione per portare il concetto di agente AI nei device delle persone e creare un bisogno collettivo che fino ad oggi risulta ancora molto di sfondo sia nella vita privata che nel lavoro degli utenti. Con l’utilizzo di Atlas, le persone si troveranno per la prima volta a interagire con un’AI che può svolgere compiti al posto loro agendo anche al di fuori della piattaforma di origine.

La modalità si chiama proprio “agent”, può aprire tab, fare ricerche, compiere azioni sul web. Con limiti di sicurezza: non può installare estensioni, non può accedere al file system del tuo computer, e attiva blocchi su siti sensibili.

La sostituzione intelligente

Sono molte le aziende AI che hanno proposto negli ultimi mesi strumenti di browser innovativi. Da Comet di Perplexity a Opera Neon di Opera, all’agente per la navigazione di Amazon Nova Act, fino ai due nuovi colossi AI Mode e l’ultimo Atlas: è evidente che il terreno di sfida principale dell’AI attuale è quello della “sostituzione intelligente” della navigazione web.

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