Il regista James Cameron è entrato a far parte del consiglio di amministrazione della società di intelligenza artificiale Stability AI, casa madre di Stable Diffusion, tecnologia text-to-image di grande impatto di recente allargata ai video.
Il ‘padrino’ dell’AI catastrofista
Se a Hollywood qualcuno doveva mettere un piede nell’AI, non c’è nessun nome più azzeccato di quello di Cameron considerato che il suo Terminator del 1984 è uno dei film che ha più influenzato la fantascienza. Da un certo punto di vista il regista è uno dei padri degli immaginari catastrofici dell’intelligenza artificiale.
Cameron si concentrerà nell’esplorare le modalità in cui la tecnologia AI può essere utilizzata nei film contribuendo al miglioramento di Stable Diffusion. L’artista visivo non ha mai nascosto la sua enorme passione per la tecnologia applicata al cinema.
“Ho trascorso la mia carriera alla ricerca di tecnologie emergenti che spingano i confini del possibile – ha dichiarato – Il tutto al servizio della narrazione di storie incredibili. Ero all’avanguardia nella CGI più di trent’anni fa e da allora sono sempre rimasto all’avanguardia”.
Scetticismo cinematografico
Molti, in tutto il mondo del cinema, staranno storcendo il naso di fronte alla decisione di Cameron.
Tra i creativi cinematografici che hanno criticato duramente l’uso dell’AI nella realizzazione di film ci sono i registi Guillermo del Toro e Michael Bay. Hiyao Miyazaki ha addirittura dichiarato di esserne “disgustato”. Hollywood, dopo gli importanti scioperi che hanno puntato i riflettori sui timori legati alla tecnologia generativa, sta spingendo per un panorama normativo più definito.
Le proposte di legge approvate in questi giorni in California vanno anche nella direzione di rispondere a questa esigenza dall’industria dell’intrattenimento.