Quasi l’80% delle aziende che avevano implementato sistemi di intelligenza artificiale interni ha dovuto reintrodurre meccanismi manuali perché insoddisfatta dei risultati prodotti dall’AI in termini di produttività ed efficienza. È il risultato del nuovo studio “L’impatto dell’AI sulla produttività e sulla forza lavoro” condotto da CompTIA (Computing Technology Industry Association), un’associazione di categoria statunitense senza scopo di lucro che rilascia certificazioni professionali IT.
Secondo il report, condotto su oltre 1.100 aziende statunitensi, la maggior parte dei problemi sono stati individuati in due fasi specifiche del processo di integrazione dell’AI. Da un lato il 52% delle aziende coinvolte ha giudicato insufficiente il rendimento dell’AI rispetto al previsto, mentre circa il 50% di loro ha menzionato difficoltà nel gestire compiti complessi e nell’integrare l’AI in flussi di lavoro già esistenti. Per il 48% inoltre il costo della tecnologia è risultato maggiore dei benefici ottenuti.
Il tentativo di integrazione dell’AI ha avuto anche una ripercussione sulla condizione del personale delle imprese coinvolte nello studio. Nel 38% dei casi sono stati effettuati degli interventi sul personale con riposizionamenti o misure impopolari come licenziamenti e tagli dei costi. In questo contesto, i ruoli più colpiti sono quelli dei lavoratori più giovani con un livello “entry” (livello iniziale) e con scarsa esperienza.
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