I chatbot di intelligenza artificiale, e in particolare ChatGPT di OpenAI, possono influenzare indirettamente il modo in cui gli esseri umani parlano, portandoli a preferire alcuni termini piuttosto che altri, incrementandone l’utilizzo, o ad usarne alcuni con molta meno frequenza rispetto a prima. Si tratta della conclusione di uno studio condotto dal Max Planck Institute for Human Development con sede a Berlino.
Per giungere a questo risultato, i ricercatori hanno analizzato circa 280.000 video presenti su YouTube per fare un’analisi approfondita della terminologia utilizzata da individui provenienti dal mondo accademico. Quello che è emerso è che diversi termini frequentemente utilizzati da ChatGPT, come ad esempio “meticoloso”, “approfondire“, “regno” ed “esperto”, hanno registrato un incremento di utilizzo del 51% da quando ChatGPT è stato lanciato sul mercato.
Ma questo non è l’unico risultato sorprendente. Secondo Levin Brinkmann, ricercatore e coautore dello studio, l’influenza non riguarda solo la scelta terminologica ma anche il modo in cui noi esseri umani possiamo parlare e presentare i nostri discorsi, con una tendenza a farlo in maniera più articolata e strutturata seguendo l’impostazione tradizionale di ChatGPT.
Brinkmann ha anche chiarito che l’influenza uomo-AI è reciproca e può seguire essenzialmente anche il flusso “contrario” portando l’AI a subire l’influenza delle scelte linguistiche degli esseri umani. È stato in particolare un verbo a convincere i ricercatori di questa importante conclusione: “approfondire”. Nel tempo dell’analisi, il termine approfondire è diventato sempre più utilizzato rispetto all’inizio, segnando di fatto l’assorbimento da parte del chatbot di un elemento testuale frequentemente utilizzato da parte degli utenti nel rivolgergli richieste generative.
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