OpenAI, “Orion” non è una rivoluzione: piccoli progressi da GPT-4

OpenAI, “Orion” non è una rivoluzione: piccoli progressi da GPT-4

Secondo quanto riportato da The Information, il presunto futuro modello di punta di OpenAI, Orion, starebbe mostrando solo modesti miglioramenti rispetto alla precedente versione, GPT-4. Questo segnala che il settore dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe essere arrivato a un punto di stallo nella sua corsa a progressi sempre più spettacolari.

Il rallentamento dei miglioramenti prestazionali di Orion rispetto al balzo in avanti cui si è assistito nel passaggio da GPT-3 a GPT-4 riaccende il dibattito sulla sostenibilità a lungo termine dello sviluppo di modelli di AI sempre più avanzati. Sempre più dati e una sempre maggiore potenza di calcolo (supportata da un crescente consumo energetico) portano davvero a netti miglioramenti? O non ne vale la pena?

Il progresso dell’intelligenza artificiale sta rallentando?

Alcuni osservatori, come il professor Gary Marcus della NYU, ritengono che l’AI stia raggiungendo un punto di “rendimenti decrescenti”, con miglioramenti marginali rispetto ai progressi esponenziali del passato. Anche altri esperti, come Ilya Sutskever, cofondatore di OpenAI, concordano sul fatto che l’aumento della scalabilità dei modelli stia raggiungendo un plateau.

Si tratta di un fenomeno fisiologico, ma che fa comunque sorgere dei dubbi in merito agli investimenti. Perplessità che – secondo alcuni esperti -, se confermate, potrebbero potenzialmente contribuire allo scoppio anticipato della bolla AI.

Detto ciò, il cofondatore e CEO di OpenAI, Sam Altman, ha di recente negato l’esistenza stessa di Orion e, in un recente tweet, ha sottolineato quanto velocemente ChatGPT stia crescendo.


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