Il governo della Repubblica popolare cinese sta facendo un ampio uso di intelligenza artificiale per cancellare ogni contenuto online che possa fare riferimento ai fatti accaduti in piazza Tienanmen a Pechino nel 1989. A rivelarlo è un rapporto dell’emittente pubblica australiana ABC.
In occasione delle proteste pro-democrazia che coinvolsero la Cina nel 1989, l’Esercito Popolare di Liberazione cinese soppresse nel sangue migliaia di civili che stavano riempiendo le piazze. Questi eventi passarono alla storia e divennero poi un tema tabù per il regime comunista cinese, che tenta una riscrittura dei fatti per evitare il sorgere di nuove proteste o movimenti dissidenti.
Secondo quanto riportato dall’emittente australiana, l’iniziativa di censura del Partito comunista cinese si basa su alcuni strumenti di moderazione AI che intervengono analizzano i social per identificare eventuali riferimenti scomodi al Governo sul massacro. Una volta identificate le immagini, esse vengono segnalate per essere poi analizzate da moderatori umani e rimosse. Questa AI è stata progettata in modo sofisticato per identificare ogni tipo di riferimento metaforico che rimandi ai fatti di piazza Tienanmen e rimuoverlo prima che diventi virale.
ABC ha anche analizzato la reattività sul tema del noto chatbot di AI cinese DeepSeek. La sua reazione di fronte ad una domanda specifica su Tienanmen è stata la seguente: “Quell’argomento va oltre il mio attuale ambito. Parliamo di qualcos’altro”. Un ulteriore elemento che conferma la dinamica di censura secondo cui è stato addestrato.
Il rapporto dell’ABC sottolinea in conclusione come l’AI possa facilmente diventare uno strumento al servizio di un potere dispotico e dittatoriale per convincere la popolazione di una determinata verità storica e impedire lo sviluppo di un pensiero critico a riguardo, un enorme pericolo per i cittadini di tutto il mondo.
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