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Google, semafori AI per ridurre le emissioni | Weekly AI #77

Weekly AI news è la rassegna stampa settimanale curata dai nostri editor sui temi più rilevanti legati all’AI. Sanità, legal, trasporti, innovazione, moda, ambiente: ogni settimana, una raccolta delle novità che stanno cambiando il mondo.

Quali skill per lavorare in campo AI? Intervista a Simone Rizzo | AI Talks #5

La quinta puntata di AI Talks, il nostro format di interviste alla scoperta dell’intelligenza artificiale, è con Simone Rizzo, AI engineer e divulgatore scientifico.

L’intelligenza artificiale crescerà sempre di più e arriverà a incidere su tutti i lavori. Adesso è più presente nelle occupazioni digitali perché è più facile aumentarne la produttività. Però, in futuro, arriverà anche sui lavori più fisici e manuali – ci ha spiegato – Quello che prevedo in termini di modelli è che diventeranno sempre più grandi e complessi e allo stesso tempo sempre più piccoli ed efficienti. Come, ad esempio, hanno rilasciato Tiny Llama, un modello che pesa solo mezzo GB, allo stesso tempo hanno lanciato Falcon, che ha 180 miliardi di parametri, quindi peserà tantissimo. Questi modelli diventeranno sempre più complessi, avranno capacità emergenti sempre migliori e verranno ‘arredati’ con una serie di nuovi tool, in modo tale che possano compiere azioni nel mondo reale“.

Con Simone Rizzo abbiamo toccato anche il tema dell’occupazione, trattando dei timori che le tecnologie emergenti suscitano in molti settori.

Usare parole gentili con le AI ne aumenta l’efficacia

Secondo uno studio redatto da alcuni ricercatori di GoogleDeepMind, rivolgersi alle intelligenze artificiali con parole ed espressioni gentili esattamente come si farebbe con un essere umano aumenterebbe la loro performance in modo considerevole. Per quanto possa sembrare strano e poco sensato trattandosi di macchine, la conclusione ha perfettamente senso considerate le specificità del loro addestramento.

Questa scoperta arricchisce il variegato e complesso mondo del prompting, ossia l’insieme di input da fornire alle intelligenze artificiali per ottenere risposte. L’insieme infinito di combinazioni di codici o formule algoritmiche, parole, keyword o contesti forniti, modifica significativamente l’interazione con i modelli.
Un universo vastissimo di cui conosciamo ancora incredibilmente poco.

Fabbriche AI targate NVIDIA e Foxconn

Foxconn e Nvidia hanno annunciato una partnership che porterà alla costruzione di fabbriche ‘intelligenti’ che applicheranno l’AI a varie tipologie di industria. Le fabbriche utilizzeranno i chip e il software di Nvidia per applicazioni innovative come i veicoli a guida autonoma.

Il CEO di Nvidia Jensen Huang e il presidente di Foxconn Young Lisono sono apparsi insieme all’evento annuale della giornata tecnologica di Foxconn a Taipei per presentare, oltre al progetto, anche l’ultimo veicolo elettrico firmato Foxconn.

La collaborazione è un segno dell’importanza crescente dell’intelligenza artificiale nella produzione industriale. I centri dati di intelligenza artificiale di Foxconn e Nvidia potrebbero avere un impatto significativo su diversi settori tra cui l’automotive, la logistica e l’intero sviluppo delle ‘città intelligenti’.

Due leggi sull’intelligenza artificiale al Parlamento Italiano

Il Partito Democratico promuove due proposte legislative ufficiali in ambito di intelligenza artificiale. Le iniziative parlamentari sarebbero le prime in assoluto in Italia sul tema.

La prima legge è dedicata alla raccolta annuale di tutti gli sviluppi nel settore. Pensata in particolare per le innovazioni digitali, è strutturata per essere costantemente aggiornata evitando così vuoti normativi. Il disegno di legge prevede anche l’istituzione di un Comitato per lo sviluppo digitale e la regolazione, costituito da autorità provenienti da diversi settori.

La seconda proposta è incentrata invece sulla trasparenza dei contenuti delle AI generative e punta all’obbligo per tutti i soggetti responsabili della creazione e diffusione di contenuti generati tramite intelligenza artificiale di renderli riconoscibili come tali attraverso l’applicazione di marchi o filigrane.

Google: semafori AI per tutti i Comuni

Google Research ha rilanciato il progetto Green Light (creato originariamente nel 2021) basato sull’ottimizzazione dei semafori con l’AI per la riduzione delle emissioni urbane. Il sistema permette di coordinare più incroci adiacenti per creare flussi di ‘onda verde’ snellendo il traffico e riducendo le emissioni da stop-and-go.

Il trasporto su strada è responsabile di una notevole quantità di emissioni di gas serra globali e urbani – ha scritto il team di Google – È particolarmente problematico agli incroci cittadini, dove l’inquinamento può essere 29 volte superiore a quello sulle strade aperte. Circa la metà delle emissioni agli incroci deriva dall’arresto e dalla ripartenza del traffico. Abbiamo scoperto che sfruttando l’intelligenza artificiale possiamo ridurre queste emissioni ottimizzando i semafori“.

Gli ingegneri comunali di ogni città possono già integrare il sistema in pochi minuti nelle infrastrutture esistenti.

A Torino il centro nazionale AI

Un po’ a sorpresa, il ministro alle Imprese Adolfo Urso, durante l’apertura dell’anno accademico del Politecnico, ha annunciato l’apertura di un centro nazionale per l’intelligenza artificiale a Torino. Il progetto giungerà a destinazione dopo anni di attese e passi falsi.

A candidarsi era stata la città stessa circa tre anni fa (su spinta della professoressa AI Barbara Caputo), in una sinergia tra pubblico e privato con addirittura il supporto della Diocesi. Tra promesse mancate e problemi di varia natura l’iniziativa aveva imboccato numerosi vicoli ciechi. «Abbiamo finalmente definito lo statuto che permetterà di attivarlo subito – ha dichiarato Urso – dando impulso all’attività di Torino e alla sua capacità di guidare un processo di trasformazione che non deve intimorirci».

Il centro può già contare su un finanziamento di 20 milioni all’anno.

Un italiano su due teme gli effetti dell’AI sul lavoro

Secondo un sondaggio realizzato da IPSOS per una ricerca commissionata dalla società di headhunting Kelly, circa la metà degli italiani di età maggiore di 16 anni teme che l’intelligenza artificiale generativa possa incidere negativamente sul loro lavoro. Le paure sono molteplici, c’è chi teme ‘solo’ l’erosione degli stipendi, chi le disparità legate alla formazione, chi l’abbassamento di ore di lavoro con conseguenti ondate di licenziamenti.

Una parte degli intervistati non esclude al tempo stesso che l’AI possa portare opportunità. Pur temendo per la propria posizione, il 63% delle persone crede che la tecnologia generativa sancirà la nascita di nuove professioni.

La BBC crede nell’AI (ma diffida OpenAI dall’usare i suoi dati)

La BBC ha annunciato che inizierà a esplorare l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per la ricerca e produzione di giornalismo, l’archiviazione e le “esperienze personalizzate“.

In un post sul blog, il direttore della BBC per le nazioni Rhodri Talfan Davies ha affermato che l’emittente ritiene che la tecnologia rappresenti l’opportunità di offrire “più valore al nostro pubblico e alla società“.

Al tempo stesso, la società britannica ha bloccato i web crawler di OpenAI e Common Crawl dall’accesso ai suoi siti web, unendosi così a portali come CNN, The New York Times e Reuters.


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