A detta degli esperti, l’intelligenza artificiale generativa ha fra le sue numerose implicazioni anche quella di facilitare l’hackeraggio, consentendo persino a individui con poca esperienza e capacità di effettuare operazioni complesse. Quanto sta accadendo di recente, con diversi casi di hacker che utilizzano l’AI per penetrare e aggirare i sistemi di sicurezza di aziende e istituzioni ostili, sembra confermare questa tesi.
Secondo diverse testimonianze di società di AI come OpenAI, Anthropic e Google, ultimamente sono aumentati i casi di spionaggio e infiltrazioni resi possibili tramite intelligenza artificiale. In diverse occasioni, attacchi hacker condotti da cinesi e nordcoreani hanno sfruttato modelli come ChatGPT, Claude e Anthropic per portare a termine le operazioni. I nuovi hacker usano frequentemente modelli generativi per creare phishing (truffe) molto più convincenti, generare codice malevolo, automatizzare ricognizione di dati e persino creare malware che si adattano al bersaglio.
Esiste in particolare un gruppo nordcoreano, noto come Kimusky, che ha generato documenti falsi grazie a ChatGPT per infiltrare istituzioni militari della Corea del Sud. Kimusky è già noto a livello internazionale, definito dal Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti come un gruppo “molto probabilmente incaricato dal regime nordcoreano di una missione di raccolta di informazioni a livello globale”. Secondo un’altra testimonianza rilasciata da Anthropic, per nove mesi un hacker cinese ha utilizzato Claude come “consulente tecnico” per condurre una campagna di hackeraggio contro le istituzioni vietnamite.
Le aziende di intelligenza artificiale coinvolte hanno dichiarato di star cercando di elevare i sistemi di sicurezza e trovare nuovi metodi per prevenire casi simili, con la consapevolezza che l’AI come vettore o moltiplicatore d’attacco è oggi una realtà concreta e in rapida evoluzione.

Il riconoscimento facciale della polizia di New York ha fatto arrestare un uomo innocente
Era presente nel database della polizia per una precedente denuncia