Potrebbe presto rivivere un classico perduto del cinema americano grazie all’intelligenza artificiale. Si tratta della versione originale di The Magnificent Ambersons del 1942, di Orson Welles. Film di culto tra gli appassionati cinefili, si tratta del seguito di Quarto Potere, a sua volta uno dei film più importanti della storia del cinema. Welles vide la sua opera The Magnificent Amberson, all’epoca, trattata malamente dallo studio di Hollywood, che tagliò oltre 40 minuti dal girato e distrusse le bobine (per quanto si dice che ne siano sopravvissute alcune e nascoste in luoghi sconosciuti).
La startup Showrunner, sostenuta da Amazon, sta tentando di ricostruire le scene mancanti con l’intelligenza artificiale, così da creare un film che si possa avvicinare all’opera complessiva di Welles così come la desiderava lui. Il regista Brian Rose lavora sulla sceneggiatura e sugli appunti di Welles, ricostruendo set e movimenti di macchina. L’AI permetterà di sovrapporre i volti del cast originale a nuovi attori, con l’aiuto dell’esperto di effetti visivi Tom Clive.
Il progetto solleva dubbi, specie dopo altri esperimenti simili (come la ricostruzione digitale di Ian Holm in Alien: Romulus) che hanno suscitato critiche.
Gli eredi di Orson Welles, che pure sono favorevoli alla tecnologia AI, tanto che avevano già dato il via libera all’utilizzo della voce del regista per un progetto, si sono schierati nettamente contro l’idea specificando che non sarebbero nemmeno stati contattati: “Sebbene l’intelligenza artificiale sia inevitabile, non può ancora sostituire gli istinti creativi insiti nella mente umana, il che significa che questo sforzo per rendere completi gli ‘Amberson’ sarà un esercizio puramente meccanico, privo di un pensiero innovativo unico o di una forza creativa come quella di Welles“.
Nonostante tutto, il CEO di Showrunner Edward Saatchi vede in questa iniziativa il primo passo verso un futuro in cui film e serie saranno creati o reinventati con l’AI, fino a immaginare un “Netflix dell’intelligenza artificiale” in cui gli utenti possano generare le proprie versioni delle storie.