4 autori su 10 darebbero le proprie opere in pasto all’AI, se compensati

Il 78% degli intervistati, inoltre, non concederebbe il proprio lavoro per il training in assenza di controlli su prompt e output.
4 autori su 10 darebbero le proprie opere in pasto all’AI, se compensati

La maggioranza degli autori dichiara di non utilizzare l’intelligenza artificiale nel processo creativo, anche se un recente sondaggio rivela che il 13% lo fa per attività come lo sviluppo di personaggi e la stesura di bozze. L’uso dell’AI nella scrittura è un tema controverso e fa sorgere preoccupazioni, in particolare, con riferimento al tema del copyright.

Lo studio citato rivela che “gli autori hanno espresso opinioni divergenti sull’opportunità di concedere in licenza le loro opere per la formazione sull’intelligenza artificiale e, in caso affermativo, su come dovrebbero essere compensati. La volontà degli autori di concedere tali licenze dipendeva in gran parte dalla capacità della società di intelligenza artificiale di controllare il modo in cui le opere venivano utilizzate negli output generati dal sistema di intelligenza artificiale“.

I risultati dello studio

In particolare, il 38% degli intervistati ha affermato che sarebbe disposto a concedere in licenza il proprio lavoro a società di intelligenza artificiale per addestrare l’AI nel caso in cui fosse possibile controllarne la presenza negli output e qualora le società in questione offrissero un compenso aggiuntivo per qualsiasi utilizzo sostanziale e identificabile delle opere degli autori negli output stessi. Il 33% non lo consentirebbe in ogni caso.

Inoltre, il 78% degli intervistati non sarebbe disposto a concedere in licenza il proprio lavoro per il training dell’AI qualora non fosse possibile vietare specifici prompt, come quelli che inducono i modelli a imitare lo stile dell’autore, o in presenza di un “uso significativo del lavoro negli output”.


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