Durante un discorso in occasione di una conferenza a Washington il CEO dell’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA), Sarah Cardell, ha sollevato preoccupazioni sulla concorrenza nel mercato dei modelli di base AI. Cardell ha espresso serie riserve sul dominio di alcune grandi aziende Big Tech e sulle loro capacità di manipolare il mercato a proprio vantaggio.
Nel suo intervento Cardell ha descritto i modelli AI come un possibile “cambio di paradigma” per le società e le economie.
Potenza di calcolo, dati e personale qualificato e il controllo di punti di accesso cruciali come app e piattaforme sono elementi che secondo la CEO devono destare preoccupazione. L’influenza di Google, Apple, Microsoft, Meta, Amazon e Nvidia potrebbe compromettere gravemente la concorrenza equa, trasparente ed efficiente nei mercati legati all’AI, svantaggiando potenzialmente imprese e consumatori, limitando le scelte, diminuendo la qualità e aumentando i prezzi.
CMA ha pubblicato negli ultimi mesi un documento che descrive una “rete interconnessa” di oltre 90 partnership e investimenti strategici che coinvolgono queste stesse società.
Pur riconoscendo le sostanziali risorse, competenze e potenziale di innovazione posseduti da queste grandi aziende, l’ente sottolinea il rischio di consentire loro di diminuire le capacità competitive delle aziende rivali.
Poco meno di un anno fa la CMA aveva avviato una valutazione iniziale del mercato dell’intelligenza artificiale di fascia alta. A dicembre sotto esame era finita l’alleanza tra Microsoft e OpenAI.