Recentemente Taiwan ha aggiunto le due società cinesi Huawei Technologies e Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC) alla lista di controllo sulle esportazioni stilato dall’amministrazione per il commercio internazionale del Ministero degli affari economici.
La decisione comporta che da ora in poi le aziende taiwanesi, prima di poter esportare qualsiasi servizio o prodotto verso queste due società, dovranno ricevere un’approvazione governativa. Per contestualizzare la scelta, il ministero ha puntualizzato le sue ragioni, sottolineando di aver agito “nell’ottica di prevenire la proliferazione di armi e sulla base di altre considerazioni relative alla sicurezza nazionale”. Oltre alle due aziende cinesi, che rientrano a pieno titolo nei progetti di sviluppo AI legati al governo di Pechino, sono state aggiunte all’elenco circa 600 aziende con sede in Russia, Pakistan, Iran, Myanmar e Cina.
Huawei compare già in un’altra lista commerciale stilata dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Questo sostanzialmente le impedisce di ricevere beni e tecnologie dagli Stati Uniti o beni di fabbricazione estera realizzati con tecnologia statunitense. Gli stessi controlli imposti su decisione e richiesta degli Stati Uniti riguardano anche la cinese SMIC, che è ad oggi il più grande produttore di chip di Pechino e tra i principali nel campo dei semiconduttori.

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