Gli avvocati che utilizzano l’AI per citare casi inesistenti nell’ambito di un processo rischiano di essere ritenuti colpevoli di colpevoli di oltraggio alla corte e subire accuse penali. È quanto afferma l’Alta Corte di Londra commentando due casi in cui degli avvocati hanno utilizzato strumenti di intelligenza artificiale nella preparazione delle argomentazioni scritte facendo quindi riferimento a falsa giurisprudenza.
Un giudice senior ha criticato i diretti interessati chiedendo alle autorità di regolamentazione di intervenire per garantire che gli avvocati siano consapevoli dei propri obblighi etici. “Ci sono gravi implicazioni per l’amministrazione della giustizia e la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario se l’intelligenza artificiale viene utilizzata in modo improprio“, ha affermato la giudice Victoria Sharp in una sentenza scritta, aggiungendo che “nei casi più eclatanti, presentare deliberatamente materiale falso in tribunale con l’intenzione di interferire con l’amministrazione della giustizia equivale al reato di common law di pervertire il corso della giustizia“.
Da quando strumenti di AI sono diventati ampiamente disponibili più di due anni fa, sono già molti i casi in cui professionisti del ramo giudiziario si sono dovuti giustificare per averli usati nello svolgimento della propria professione. Nel Regno Unito gli enti di regolamentazione legale e la magistratura hanno emanato delle linee guida sull’uso dell’intelligenza artificiale da parte degli avvocati ma, sempre secondo la giudice Sharp, queste si stanno rivelando “insufficienti“.
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L'esperimento - non concordato con la corte - non è…