I nuovi occhiali intelligenti Ray-Ban di Meta sollevano preoccupazioni in termini di privacy. Dotati di una fotocamera che si attiva non solo manualmente, ma anche tramite comandi vocali come “look”, questi dispositivi di realtà aumentata raccolgono numerose immagini, alcune delle quali scattate inconsapevolmente dagli utenti.
La questione cruciale è: che fine faranno queste foto? Meta resta vaga sull’argomento. Quando interrogata sulla possibilità di utilizzare le immagini per addestrare modelli di intelligenza artificiale, l’azienda ha evitato risposte dirette. Il direttore senior Anuj Kumar ha infatti dichiarato a TechCrunch: “Non ne parleremo pubblicamente”.
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Scatti rubati dagli occhiali?
La situazione risulta particolarmente allarmante considerando la nuova funzionalità in arrivo: gli occhiali potranno trasmettere video in streaming (una serie di immagini sequenziali) a un modello AI integrato per far sì che questo possa rispondere a domande sull’ambiente circostante. Questo significa che verranno catturate e caricate nel cloud molte più immagini, potenzialmente senza che l’utente ne sia pienamente consapevole.
A differenza di altre aziende tech che hanno politiche chiare sui dati utente, Meta mantiene però un’ambiguità preoccupante, specialmente alla luce del suo utilizzo dichiarato di contenuti pubblici da Instagram e Facebook per l’addestramento AI.
Meta in Europa
Il lancio dei nuovi modelli degli smart glasses Meta potrebbe essere frenato nel territorio dell’Unione europea dalle continue proteste di numerosi enti, preoccupati dai rischi per la privacy degli utenti.
La società aveva già annunciato che non avrebbe lanciato i suoi nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa (famiglia Llama) in Europa per via della “natura imprevedibile dell’ambiente normativo europeo”. Ora, data l”invasività’ della tecnologia presentata da Mark Zuckerberg, è ancora più improbabile che i nuovi Ray-Ban trovino una calda accoglienza nel vecchio continente.