Come preannunciato durante il mese di aprile, Meta ha lanciato l’ultimo modello open-source Llama 3.1. Secondo l’azienda il nuovo modello supererebbe i concorrenti come GPT-4o e Claude 3.5 Sonnet, e stabilirebbe un nuovo standard per l’AI in termini di prestazioni e versatilità.
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La ‘religione open-source’ di Meta
Questo nuovo ‘3.1’ possiede 405 miliardi di parametri ed è stato addestrato con oltre 16.000 GPU H100 ultra-costose di Nvidia. Il suo costo di creazione e mantenimento, non rivelato, è certamente sbalorditivo ma Mark Zuckerberg conferma la sua dedizione quasi religiosa al concetto di open-source perché è convinto che rappresenti il futuro dell’intelligenza artificiale. Gli sviluppatori di tutto il mondo continueranno così ad avere l’opportunità di sfruttare gratuitamente la potenza del modello per creare esperienze utente rivoluzionarie e migliorarlo sempre più.
Meta sta già collaborando con altri giganti tecnologici e competitor come Microsoft, Amazon e Google per accrescere le potenzialità del modello. Zuckerberg sostiene addirittura che Meta AI sarà l’assistente più utilizzato entro la fine di quest’anno superando ChatGPT e Gemini.
“L’open source garantirà che più persone in tutto il mondo abbiano accesso ai vantaggi e alle opportunità dell’IA, che il potere non sia concentrato nelle mani di un piccolo numero di aziende e che la tecnologia possa essere distribuita in modo più uniforme e sicuro nella società“, ha scritto Zuckerberg in una lettera aperta sul sito di Meta.
Auto-deepfake e problem solving amplificato
Llama 3.1 si distingue per la sua capacità di generare immagini incredibilmente realistiche basate sulla somiglianza delle persone, aprendo nuove frontiere per la creatività digitale. Sarà in pratica possibile creare degli “auto deepfake” realistici, attraverso una funzione di nome “Imagine yourself“. Inoltre, la sua integrazione con API di motori di ricerca permetterà di affrontare e completare compiti complessi con una facilità mai vista prima.
Il modello è in procinto di essere implementato in massa dentro a WhatsApp, Instagram e Facebook negli USA. In Europa ancora nulla, per via di conflitti con diversi enti, organizzazioni e istituzioni sul tema dell’uso dei dati e la privacy degli utenti.
Le omissioni dell’addestramento
Meta in effetti non ha rivelato granché sulla provenienza dei dati per l’addestramento. I dipendenti affermano che sulle informazioni in merito vige il segreto professionale. Ma secondo i detrattori le ragioni sono, ovviamente, che la maggior parte dei dati sono stati probabilmente sfruttati senza consenso. Innanzitutto estraendoli dalle applicazioni interne dell’azienda come Facebook o Instagram, ma anche utilizzando pacchetti provenienti da terze parti, come nel caso dei contenuti di YouTube di cui si è molto parlato diversi giorni fa.
Come sempre è un braccio di ferro tra visioni del futuro e timori etici.