L’azienda svizzera Proton AG, fondata nel 2013 da alcuni scienziati del CERN e specializzata in servizi legati alla privacy, ha lanciato un assistente di intelligenza artificiale sviluppato per tutelare la privacy degli utenti. In passato l’azienda si è resa particolarmente famosa per il lancio del servizio di posta elettronica crittografata Proton Mail.
La privacy al centro di Lumo
Il nuovo chatbot si chiama Lumo e riesce a memorizzare i dati localmente sui dispositivi degli utenti basandosi su diversi modelli di linguaggio open source già utilizzati dai server di Proton in Europa, tra cui Nemo di Mistral, Mistral Small 3, OpenHands 32B di Nvidia e il modello OLMO 2 32B dell’Allen Institute for AI.
Fra le sue funzioni, Lumo è in grado di riassumere documenti, generare codice e scrivere email al posto degli utenti. Ma il suo vero elemento distintivo è la crittografia “zero-access”, lo strumento con cui l’azienda assicura di proteggere le informazioni degli utenti permettendo esclusivamente a loro e a nessun soggetto terzo di poter accedere ai propri contenuti. Oltre a questo, Proton garantisce anche che ogni ricerca in rete svolta attraverso il suo chatbot avvenga solo con motori di ricerca definiti dalla stessa azienda come “privacy-friendly”, e che nessun file caricato su Lumo dagli utenti nelle loro interazioni sarà poi salvato o utilizzato per l’addestramento di modelli AI.
La visione del CEO di Proton
Nel presentare il nuovo prodotto della sua azienda come valida alternativa ai chatbot più famosi, il CEO di Proton Andy Yen non ha risparmiato forti critiche nei confronti delle Big Tech, che vede come le principali responsabili di una transizione verso il futuro distopico del “capitalismo della sorveglianza”, e ha auspicato al contempo lo sviluppo di un’intelligenza artificiale che “metta al primo posto le persone”.
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