DeepSeek, startup cinese fondata solo nel 2023, sta facendo tremare il mercato tecnologico mondiale dopo la presentazione, il 20 gennaio, del modello R1, che rivaleggia con i giganti del settore ma a costi notevolmente inferiori.
L’impatto di questa innovazione si è fatto sentire immediatamente sui mercati finanziari globali, con un significativo crollo delle azioni tecnologiche di alcuni colossi, Nvida in testa. Gli investitori iniziano a valutare le potenziali ripercussioni sui competitor americani e sui fornitori di hardware.
Poca spesa, massima resa
DeepSeek, guidata dal suo fondatore Liang Wenfeng, ex responsabile del fondo speculativo High-Flyer, ha adottato l’approccio open source, permettendo alla comunità di sviluppatori di esaminare e migliorare il software.
Il loro prodotto di punta DeepSeek R1 ha rapidamente conquistato le prime posizioni nelle classifiche di download degli app store di numerosi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Cina, raggiungendo 1,6 milioni di download entro il 25 gennaio.
Il chatbot DeepSeek si distingue per la capacità di articolare il ragionamento prima di fornire una risposta, un approccio che lo differenzia nettamente da competitors come ChatGPT. La versione R1 dell’azienda ha dimostrato prestazioni paragonabili ai migliori modelli di OpenAI, ottenendo risultati eccellenti in vari benchmark come AIME 2024, MMLU e AlpacaEval 2.0.
La caratteristica principale del DeepSeek è che il suo addestramento è costato una cifra irrisoria rispetto ai risultati raggiunti: appena 6 milioni di dollari per la creazione di un’AI in grado di rivoluzionare il mercato.
L’utilità delle restrizioni tecnologiche
Nella narrazione tech, si pensava che la Cina fosse ancora qualche passo indietro rispetto agli Stati Uniti. Invece il rilascio di DeepSeek ha dimostrato che non è così. Il suo successo solleva interrogativi sull’efficacia delle restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti e sull’esportazione di semiconduttori avanzati verso la Cina.
L’azienda ha dimostrato che è possibile sviluppare modelli di AI altamente efficienti con risorse limitate, mettendo in discussione l’idea che il progresso nell’AI richieda necessariamente enormi investimenti in hardware avanzato.
Liang stesso ha sottolineato che “maggiori investimenti non portano necessariamente a più innovazione“, evidenziando come il team di DeepSeek, composto principalmente da neolaureati delle migliori università cinesi, sia riuscito a ottenere risultati straordinari nonostante le limitazioni.
L’annuncio di R1 è parso quasi coordinato in risposta alle immagini dei volti di spicco del tech americano alla cerimonia di insediamento di Donald Trump.
L’invalicabile censura cinese
Nonostante i suoi successi, DeepSeek presenta alcune limitazioni significative che hanno già fatto storcere il naso a molti osservatori. Particolarmente evidente è il controllo del regime cinese nella gestione di argomenti politicamente sensibili in Cina. Il chatbot si autocensura su temi come le proteste di piazza Tienanmen, questioni geopolitiche delicate come i rapporti tra la Cina e Taiwan ed evita di fornire informazioni dettagliate su alcune figure politiche chiave come il presidente Xi Jinping.
DeepSeek è un nuovo attore di spicco nel panorama dell’intelligenza artificiale, ma il suo contributo alle vicende del settore è appena all’inizio.