OpenAI fissa ancora lo standard: ecco AgentKit, per creare agenti AI con pochi click

Lo strumento necessita ancora di una preparazione tecnica per usarne alcuni componenti, ma si tratta potenzialmente di un nuovo inizio per tutta l'AI agentica

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OpenAI fissa ancora lo standard: ecco AgentKit, per creare agenti AI con pochi click

OpenAI ha lanciato uno strumento il cui impatto potrebbe essere decisivo. Si tratta di AgentKit, piattaforma unificata per creare, integrare e perfezionare agenti AI complessi, senza dover costruire tutto da zero. In pratica è come avere un laboratorio AI portatile.

Un ecosistema integrato per gli agenti AI

Fino a oggi, sviluppare un agente significava mettere insieme diversi pezzi di infrastruttura: un modello linguistico (come GPT-4), un sistema di orchestrazione per gestire il flusso di azioni, connettori per accedere ai dati, un’interfaccia conversazionale e strumenti per testare e valutare il comportamento. Quindi non solo varie infrastrutture e conoscenza, ma tanti soldi e un team di lavoro.
AgentKit nasce per eliminare questa frammentazione, proponendosi come una suite completa di strumenti che copre l’intero ciclo di vita di un agente: dalla progettazione alla distribuzione, fino all’ottimizzazione.

Alcune componenti dell’ecosistema necessitano ancora di un bagaglio tecnico per un pieno controllo (ad esempio Evals, Reinforcement Fine-Tuning, integrazioni API) ma la linea di OpenAI è quella di semplificare sempre più l’utilizzo dei suoi prodotti, quindi probabilmente siamo di fronte solo ad una prima versione, che passerà alla storia come “la più complessa“. AgentKit non è ancora un tool completamente “no-code” alla maniera di Canva o Wix, ma un’evoluzione potrebbe già avvenire presto.

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Un ecosistema accessibile

AgentKit è composto da quattro elementi principali:

🧠 Agent Builder

Un’interfaccia visuale che consente di progettare flussi di lavoro multi-agente con un approccio “drag-and-drop”.
Gli sviluppatori possono creare nodi, impostare logiche condizionali, definire versioni e visualizzare in tempo reale come gli agenti si passano le informazioni.
È la parte più “no-code” del kit, pensata per rendere l’AI costruibile anche da chi non è un programmatore esperto.

🔗 Connector Registry

Una sorta di “pannello di controllo” per gestire come e con quali strumenti gli agenti si connettono al mondo esterno: Google Drive, Dropbox, SharePoint, Teams, database aziendali e altri servizi.
È pensato soprattutto per le organizzazioni, che potranno finalmente controllare in modo centralizzato quali dati gli agenti possono usare.

💬 ChatKit

Il modulo dedicato all’integrazione conversazionale.
Permette di inserire agenti AI all’interno di app o siti web, gestendo tutto ciò che serve per offrire un’esperienza fluida: dallo streaming delle risposte alla visualizzazione del “ragionamento” del modello, fino alla personalizzazione dell’interfaccia grafica.

⚙️ Evals e Reinforcement Fine-Tuning

La parte più tecnica del pacchetto.
OpenAI ha potenziato i propri strumenti di valutazione degli agenti, permettendo di testarne le performance su dataset specifici e di raffinarne il comportamento con un sistema di reinforcement fine-tuning.
In pratica, gli sviluppatori possono “allenare” un agente a scegliere meglio quando usare certi strumenti o come reagire in determinate situazioni.

La nuova fase evolutiva

Con AgentKit, OpenAI non introduce solo nuovi strumenti: propone un nuovo modello di sviluppo.
Costruire un agente non sarà più un esercizio di integrazione complessa tra API, ma un processo fluido, visuale e interattivo.

La fase evolutiva dell’intelligenza artificiale agentica sta riprendendo slancio dopo alcuni mesi di quiete. Il simbolo di questo slancio sembra essere proprio AgentKit.


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