Una lettera aperta sottoscritta da 70 autori di rilievo per convincere l’industria dell’editoria ad impegnarsi nel limitare l’utilizzo di strumenti di AI nel settore. Si tratta dell’iniziativa che negli Stati Uniti ha coinvolto anche nomi del calibro di Lauren Groff, Lev Grossman, RF Kuang, Dennis Lehane e Geoffrey Maguire e che in poche ore ha raggiunto oltre mille firme.
Il testo, nel quale si sostiene che il lavoro degli autori viene puntualmente “rubato” dall’industria dell’intelligenza artificiale, chiama in causa tutti ma è prevalentemente rivolto ai cosiddetti “Big Five” dell’industria editoriale statunitense, ovvero Penguin, HarperCollins, Simon & Schuster, Macmillan, Hachette. Le richieste degli autori sono chiare ed essenziali: l’obiettivo è quello di impedire che il lavoro specifico degli editori, dei narratori e dei traduttori sia sostituto integralmente dall’AI, che venga proibita l’uscita di opere editoriali prodotte con AI e che sia garantito che qualsiasi utilizzo di AI nell’ambito avvenga con il consenso dell’autore e una retribuzione adeguata.
La pubblicazione della lettera aperta arriva dopo che la scorsa settimana due importanti sentenze hanno marcato importanti vittorie per due società di intelligenza artificiale, Anthropic e Meta, riguardanti la dottrina del fair use e l’uso di materiale protetto da diritto d’autore per l’addestramento dell’intelligenza artificiale.

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