L’esercito cinese dipende ancora molto da Nvidia

Nonostante gli sforzi del governo cinese per l'indipendenza da Nvidia, l'esercito di Pechino fa ancora un ampio uso dei chip del colosso statunitense

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L’esercito cinese dipende ancora molto da Nvidia

L’obiettivo del governo cinese di rendersi indipendente dalla fornitura di chip di Nvidia sembra essere ancora piuttosto lontano. Si tratta di indiscrezioni pubblicate dall’agenzia di stampa britannica Reuters, che ha potuto visionare centinaia di documenti di ricerca, brevetti e registri di approvvigionamento afferenti agli apparati militari e di sicurezza della Repubblica Popolare Cinese coperti da segreto di stato.

Nonostante il governo cinese abbia recentemente avviato un processo di distanziamento dalla catena di produzione dell’azienda statunitense Nvidia, spingendo le aziende locali a preferire alternative interne, la loro dipendenza a essa, soprattutto in ambito militare, è ancora piuttosto forte. L’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) e le sue affiliate continuano a utilizzare e ricercare chip Nvidia, compresi i modelli soggetti ai controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti.

Dal settembre 2022 infatti il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha vietato le esportazioni in Cina dei popolari chip A100 e H100 di Nvidia nell’ambito della “chip war” in corso fra Washington e Pechino. In base ai documenti analizzati da Reuters non è chiaro se i chip in questione siano stati immagazzinati prima che gli Usa imponessero le restrizioni o dopo, ma ci sono diversi brevetti di istituti di ricerca legati all’esercito depositati a giugno del 2025 che dimostrano l’utilizzo di prodotti di Nvidia.

I chip di Nvidia non possono legittimamente essere commerciati in Cina, ma nonostante questo si stima che fra il 2023 e il 2024 siano entrati nel paese almeno 70.000 GPU Nvidia di fascia alta attraverso canali non ufficiali. Esistono infatti dei canali paralleli in grado di soddisfare, seppur con difficoltà, una parte della domanda cinese di chip Nvidia. Si tratta ad esempio di rivenditori presenti ad Hong Kong e Singapore, mercati secondari online che oltrepassano i controlli, intermediari tecnologici di paesi neutri come come Malesia, Emirati Arabi, Vietnam, Turchia o Kazakistan e altri fenomeni di contrabbando che sono sotto indagine da parte dell’intelligence statunitense.

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