Il leader laburista Keir Starmer si prepara a ‘modernizzare’ il settore pubblico britannico con l’introduzione di nuove regole che vedranno l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale per sostituire alcune mansioni svolte dai dipendenti statali.
Questa mossa ha l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione più efficiente e competitiva. Le nuove misure puntano infatti a semplificare i processi burocratici e ridurre i costi, integrando soluzioni AI capaci di automatizzare compiti ripetitivi e amministrativi. Sembra quindi che il primo ministro britannico stia prendendo lezioni di efficientamento da Elon Musk, massimo esperto di tagli al personale nell’ottica di uno snellimento burocratico.
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Questa scelta, seppur ambiziosa, è stata accolta con opinioni contrastanti all’interno del settore. Da una parte, molti esperti sottolineano come l’adozione dell’AI possa rappresentare una svolta positiva, in grado di modernizzare il sistema burocratico e migliorare la qualità (e la velocità) dei servizi offerti ai cittadini. Dall’altra, funzionari e sindacati esprimono preoccupazioni riguardo alla possibile perdita di posti di lavoro e all’impatto sulla professionalità del personale pubblico, sottolineando inoltre il rischio relativo alla trasparenza e alla tutela della privacy che l’implementazione dell’AI inevitabilmente fa sorgere.