In un’intervista rilasciata a Tom Lamont per il Guardian, l’accademico statunitense Eliezer Yudkowsky ha predetto la fine dell’umanità a causa dell’intelligenza artificiale indicativamente in cinque anni.
Ma le cose potrebbero anche essere più veloci, secondo l’esperto “Se mi mettessi con le spalle al muro – ha detto – e mi costringessi a dare probabilità alle cose, ho la sensazione che la nostra attuale linea temporale rimanente assomigli più a cinque anni che a 50 anni. Potrebbero essere due anni, potrebbero essere 10”.
Yudkowsky è co-fondatore del Machine Intelligence Research Institute (MIRI), organizzazione di ricerca privata senza scopo di lucro con sede a Berkeley, in California e diversi mesi fa aveva pubblicato un lungo e catastrofista editoriale sul Time. Ѐ il più pessimista tra gli appartenenti ai nuovi movimenti neo-luddisti che intendono sensibilizzare l’opinione pubblica sull’avanzata minacciosa del tech.
Lo scrittore si occupa di sviluppo delle intelligenze artificiali dai primi anni Duemila (in quel decennio ha formulato e divulgato l’idea dell’AI amichevole) ed è arrivato a credere che le incredibili capacità di analisi dei dati delle nuove tecnologie si trasformeranno rapidamente in un rischio distruttivo per l’umanità. Per permettere di comprendere le sue preoccupazioni invita ad immaginare “una civiltà aliena che pensa mille volte più velocemente di noi”.