Il Governo indiano considera molte AI “anti-indiane”

Il Governo indiano considera molte AI “anti-indiane”

Gemini ha definito la linea politica del primo ministro indiano Narendra Modi “fascista”, provocando uno scontro tra Google e il Primo Ministro. E svelando un’insofferenza dell’attuale governo indiano, nazionalista e conservatore, nei confronti delle big tech americane.

Gemini poco diplomatico

Il 22 febbraio il giornalista indiano Arnab Ray (residente negli Stati Uniti) ha chiesto all’AI di Google se Modi fosse un fascista e la risposta è stata che il premier è “accusato di aver attuato politiche che alcuni esperti hanno definito fasciste“. Gemini ha identificato come fascisti elementi quali “L’ideologia nazionalista indù del partito al potere, la repressione del dissenso e l’uso della violenza contro le minoranze religiose“.

Il giornalista ha proseguito la conversazione chiedendo pareri simili sull’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e sul presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, con risultati ben diversi. L’AI si è infatti in entrambi i casi rifiutata di identificare con questo termine entrambi i politici, mantenendo neutralità nella formulazione delle risposte.

La voce del ministro

Il giornalista ha pubblicato gli screenshot su X e le reazioni dagli utenti sono state immediate. Molti hanno giudicato le risposte di Gemini dannose e alcuni hanno esortato il giovane ministro della tecnologia dell’informazione Rajeev Chandrasekhar a prendere provvedimenti.

In pochi giorni Chandrasekhar ha reagito accusando Google di violare le leggi indiane sulla tecnologia dell’informazione e ha scritto su X che l’inaffidabilità delle piattaforme di intelligenza artificiale non può essere usata come scusa per considerarle esenti dalle leggi indiane.

“Strumento non sempre affidabile”

Google ha risposto che l’azienda è al lavoro per migliorare il sistema, sulla falsariga di quanto già dichiarato dopo la polemica negli Stati Uniti sul generatore di immagini giudicato eccessivamente ‘woke’ .

Gemini è concepito come uno strumento di creatività e produttività – ha puntualizzato l’azienda in una nota – e potrebbe non essere sempre affidabile, soprattutto quando si tratta di rispondere ad alcuni suggerimenti su eventi attuali, argomenti politici o notizie in evoluzione“.

La diatriba rientra in un clima di tensione in corso tra le grandi aziende tecnologiche e il governo indiano, che ha chiarito che non tollererà quelli che considera contenuti “anti-indiani” provenienti dall’esterno.

Il caso X

La settimana scorsa, dei rappresentanti di X hanno affermato di aver ricevuto ordini dal governo per rimuovere i post che esprimevano sostegno agli agricoltori del nord dell’India, che da tempo protestano chiedendo prezzi più alti per i loro raccolti. X ha rispettato gli ordini governativi ma ha dichiarato di non trovarsi d’accordo con essi, poiché limitanti della libertà di espressione.

Nemici fuori… e nemici dentro

Non sono solo le ingerenze tecnologiche esterne a preoccupare il governo Modi. Di recente la startup Ola fondata da Bhavish Aggarwal ha lanciato Krutrim AI, la prima intelligenza artificiale dell’India in grado di rivaleggiare con OpenAI e Google. Dopo una tendenza alla risposta libera durante i primi test aperti agli utenti, oggi Krutrim rifiuta categoricamente di rispondere a quasi tutte le domande su Modi e su argomenti scottanti come le decisioni prese del premier per gestire la situazione in Kashmir. Secondo gli osservatori della politica indiana la startup avrebbe ricevuto ordini dal governo per inserire filtri sulle parole chiave che possono portare a commenti sgraditi.

La vicenda solleva un risvolto interessante sull’intelligenza artificiale. Quali considerazioni si possono trarre dal fatto che esistono governi del mondo che vivono la diffusione dell’AI con una sensazione di accerchiamento?


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