Tra le numerose minacce che potrebbero togliere il sonno al Presidente russo Vladimir Putin, una nuova arma tedesca si distingue per la sua capacità di ridefinire il campo di battaglia. Non è un’esagerazione affermare che questa innovazione tecnologica rappresenti una grande preoccupazione per Mosca.
Si tratta dell’HX-2 prodotto dalla tedesca Helsing, un drone da combattimento dotato di un’intelligenza artificiale avanzata, capace di operare autonomamente, risultare praticamente invisibile ai radar e attaccare in sciami coordinati. La sua produzione di massa e il prossimo invio di 6.000 unità in Ucraina (4.000 HF-1 sono già in fase di consegna) pongono nuovi interrogativi sulle dinamiche della guerra e sulle contromisure che la Russia potrà adottare.
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HX-2, il primo drone realmente autonomo
Fino ad oggi, i droni sono stati strumenti preziosi sul campo di battaglia, ma pressoché dipendenti dal controllo remoto degli operatori. L’HX-2 innova questo paradigma: non segue semplici coordinate GPS, ma può prendere decisioni in tempo reale sul campo di battaglia. Il cuore di questo shift è un’intelligenza artificiale sviluppata dalla società tedesca Helsing, specializzata inizialmente solo in software, ma che ha finito per creare uno dei droni più avanzati in campo militare.
Con una velocità massima di 220 km/h, un’autonomia di 100 km e una testata esplosiva in grado di neutralizzare un carro armato, l’HX-2 è già un’arma avanzata dal punto di vista tecnico. Ma ciò che lo rende particolarmente efficace in un contesto bellico è il suo cervello artificiale, capace di operare in ambienti saturi di guerra elettronica senza subire interferenze.
Il nuovo drone riesce a schivare il blocco russo
Uno dei principali successi di Mosca nel conflitto ucraino è stata la sua capacità di neutralizzare migliaia di droni nemici grazie a sofisticate tecniche di jamming elettronico, che interferiscono con i segnali di controllo e li rendono inutilizzabili. Solo nel maggio del 2023, oltre 10.000 droni ucraini sono stati abbattuti con questi sistemi.
L’HX-2, però, non dipende dalle comunicazioni esterne: anche se tutte le frequenze venissero interrotte, il drone proseguirebbe autonomamente la sua missione, cercando, identificando e attaccando i bersagli con un processo decisionale interamente gestito dall’intelligenza artificiale. È come se ogni drone avesse un pilota virtuale integrato, immune a qualsiasi tentativo di disturbo elettronico.
Un’arma che agisce in sciame
Un singolo HX-2 è già una minaccia, ma il vero potenziale emerge quando viene utilizzato in gruppo. Helsing ha sviluppato un software chiamato Altra, che consente ai droni di comunicare tra loro e operare come una squadra perfettamente sincronizzata.
Si immagini uno scenario in cui un drone individua un carro armato nascosto dietro le linee nemiche. In pochi secondi, l’informazione viene condivisa con gli altri HX-2, che convergono simultaneamente sul bersaglio con attacchi multipli e coordinati. Un solo operatore umano può gestire un intero sciame di droni, rendendo obsolete molte delle attuali strategie di difesa.
Produzione di massa e supporto politico della Germania: un vantaggio strategico per l’Ucraina
Uno dei problemi più grandi per l’Ucraina è la logistica della guerra, soprattutto nella produzione di armamenti avanzati. Anche per questo motivo, la tedesca Helsing ha costruito una fabbrica in Baviera in grado di produrre 1.000 HX-2 al mese, con l’obiettivo di espandere la produzione su scala europea.
Attualmente, l’Ucraina produrrebbe circa 4 milioni di droni all’anno, mentre la Russia intenderebbe produrne 1,4 milioni. Ora, con una fornitura continua di HX-2, Kiev potrebbe disporre di droni tecnologicamente superiori rispetto a qualsiasi sistema a disposizione di Mosca.
E il supporto della Germania è testimoniato anche dalle parole pronunciate dal cancelliere tedesco Olaf Scholz in risposta alle dichiarazioni dell’Amministrazione Trump. Scholz ha infatti ribadito che la Germania non lascerà l’Ucraina da sola.
La guerra dei droni: il futuro del conflitto
L’introduzione dell’HX-2 potrebbe segnare un punto di svolta nella guerra in Ucraina. Se la Russia non sarà in grado di sviluppare rapidamente contromisure efficaci, il dominio aereo delle forze ucraine potrebbe diventare una realtà concreta, costringendo Mosca a ripensare la propria strategia militare.
Ciò che è certo è che la guerra moderna sta cambiando. Le battaglie non sono più solo questione di eserciti, missili e carri armati: oggi, le guerre si combattono con droni intelligenti, intelligenza artificiale e superiorità tecnologica. E l’HX-2 rappresenta il volto di questa nuova era.
Non è un caso, infatti, se Vladimir Putin vuole che la Russia competa in campo AI (tanto civile quanto militare), con l’obiettivo di superare i modelli statunitensi e cinesi. Ma la strada da fare è tanta: allo stato attuale, il suo LLM più performante – GigaChat MAX – non risulta essere il migliore nemmeno nelle conversazioni in lingua russa.