Bank of America: la bolla AI non scoppierà

Dopo gli allarmi degli ultimi mesi, Bank of America fa dietrofront e prevede che la bolla finanziaria ia dell’AI, per ora, non scoppierà.

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Bank of America: la bolla AI non scoppierà

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La bolla finanziaria dell’AI non scoppierà, almeno per ora: parola della Bank of America, che solo poche settimane fa aveva lanciato l’allarme opposto. Il dietrofront proviene direttamente dagli strategisti della banca multinazionale statunitense, guidati da Michael Hartnett.

Una crescita fulminea

Hartnett era fino a poche settimane fa tra i più critici sull’andamento finanziario dell’AI, perché la sua crescita si stava dimostrando fin troppo repentina.

Il clamore nato tutt’attorno all’AI aveva portato al sospetto fondato che si stesse creando una bolla legata alle azioni tech che potesse scoppiare da un momento all’altro. 

Nella storia dell’economia finanziaria esistono diversi precedenti dai risvolti simili, in ambito tech si pensi alla famosa la bolla dot-com del biennio 2000-2002.

La crescita delle grandi Big Tech attorno all’AI è effettivamente impressionante. Aziende come Nvidia sono diventate in pochi mesi tra le nuove protagoniste del panorama mondiale; evergreen come Microsoft stanno cercando una nuova linfa vitale nei prodotti costruiti attorno all’AI applicata ai processi aziendali.

O si pensi a come il gruppo Meta abbia già iniziato a vedere i risultati derivanti dall’uso dell’AI nella pubblicità; in mezzo a questo fermento c’è addirittura chi cerca di spodestare Google nel suo primato delle ricerche online (si tratta di Redmond con il suo motore di ricerca Bing), proponendo nuove soluzioni tramite l’utilizzo dell’AI. Insomma, si tratta di un panorama di riconfigurazione repentina in pochissimi mesi: una grande opportunità e allo stesso tempo un grande rischio per i mercati.

Cos’è lo scoppio di una bolla

Nell’economia finanziaria, quando si parla di “scoppio della bolla“, si fa riferimento a una situazione in cui il prezzo di un asset (come azioni, obbligazioni, immobili o criptovalute) aumenta in modo eccessivo e sproporzionato rispetto al suo valore intrinseco. Questo aumento dei prezzi è spesso alimentato da un entusiasmo irrazionale degli investitori, spesso basato su aspettative speculative piuttosto che su dati economici concreti.

Quando la bolla scoppia, i prezzi degli asset crollano drasticamente, poiché gli investitori iniziano a realizzare che i prezzi gonfiati non erano sostenibili e che l’asset era sopravvalutato. Il risultato è una correzione dei prezzi in breve tempo, spesso con perdite significative per gli investitori che erano entrati nel mercato durante il periodo di euforia.

Le bolle possono verificarsi in vari mercati finanziari e possono essere alimentate da diversi fattori, come l’eccessiva liquidità nel sistema finanziario, l’adozione di strategie di investimento irrazionali o l’effetto delle aspettative del mercato.

Lo scoppio della bolla può avere impatti significativi sull’economia globale, poiché può portare a periodi di volatilità e instabilità finanziaria. Gli effetti possono propagarsi a livello internazionale e coinvolgere anche altri settori dell’economia. Alcune delle grandi crisi finanziarie degli ultimi anni, come quella del 2008, si sono diffuse proprio come effetto dello scoppio di bolle. È importante sottolineare che il mercato finanziario è intrinsecamente soggetto a fluttuazioni e ciclicità, ma lo scoppio di una bolla rappresenta un evento particolarmente significativo e potenzialmente dannoso.

Il panorama resta incerto

Michael Hartnett, ritiene che per ora la “baby bubble” non esploderà, perché i tassi d’interesse reali sono troppo bassi. Il chief investment di BofA era molto pessimista nel 2022, ma la sua visione al ribasso sulle azioni statunitensi nel 2023 non si è ancora avverata.

Ed anzi il suo punto di vista sembra essersi modificato: ha descritto queste oscillazioni dei prezzi degli asset come ‘la nuova normalità’. “L’AI è semplicemente il nuovo eccesso“, ha ammesso.

Dopo i guadagni sfolgoranti delle azioni legate all’AI, l’attenzione è ora focalizzata sull’impatto della tecnologia sui bilanci aziendali, ma la stagione degli utili va a dipingere un quadro misto. 

Se gli analisti affermano ad esempio che i risultati di Microsoft non hanno soddisfatto le speranze elevate riguardo a un immediato impulso dall’IA non si può dire lo stesso per Meta, schizzata in alto dopo che l’AI l’ha aiutata a migliorare l’efficienza della pubblicità.

Seppur si intravedeva un orizzonte di stabilità gli osservatori e i protagonisti dei mercati finanziari sembrano porsi tutti la stessa domanda: l’AI rappresenta finanziariamente un nuovo trend o somiglia più ad un trend passeggero? E nel caso, a quali conseguenze?


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