I professionisti che sono soliti utilizzare strumenti di intelligenza artificiale nell’ambito lavorativo presentano livelli maggiori di soddisfazione personale e ottimismo lavorativo, ma sono tendenzialmente anche più stressati. Sono i macro risultati presenti nello studio denominato “Work and Wellbeing in the Age of AI” realizzato dal marchio danese Jabra, specializzato nella produzione di apparecchi audio e video, in collaborazione con l’Happiness Research Institute di Copenaghen, un think tank che si propone di studiare il benessere e la felicità secondo un’ottica scientifica.
La ricerca prova ad indagare il legame fra l’utilizzo di AI generativa e il benessere lavorativo e nella vita quotidiana prendendo in considerazione oltre 3700 professionisti provenienti da undici nazioni differenti. In base a quanto riferito dagli individui esaminati, si può dedurre un significativa correlazione positiva fra l’uso frequente di AI e la soddisfazione lavorativa. In particolare, i professionisti che usano l’AI dichiarano una maggiore soddisfazione per il proprio ruolo (del 34%), un più facile raggiungimento dei risultati e delle maggiori opportunità di avanzamento professionale.
A fronte di una tendenza positiva riscontrata nei confronti dell’utilizzo dell’AI, non va però trascurato quanto emerso sui livelli di stress riscontrati in coloro che ne fanno un utilizzo ampio. È maggiore del 20% infatti l’incidenza dello stress in quest’ultimi rispetto a quei professionisti che invece fanno un utilizzo più sporadico degli stessi strumenti. Un dato che lascia presagire anche un ipotetico collegamento fra la soddisfazione lavorativa, il raggiungimento degli obiettivi e il conseguente accumulo di stress.

Intelligenza artificiale e mondo del lavoro: tre interrogativi
Ricerche e statistiche sull’adozione dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro…