Secondo quanto ricostruisce il Financial Times, le pressioni provenienti da governo e big tech statunitensi hanno indotto la Commissione europea a valutare una sospensione parziale della storica legge europea sull’intelligenza artificiale (AI Act) entrata in vigore nell’agosto del 2024, ma con diverse disposizioni ancora da attuare entro l’estate del prossimo anno.
La decisione della Commissione è il risultato di mesi di pressioni esterne che hanno progressivamente convinto i vertici ad ammorbidire la linea iniziale su cui era stata costruita la prima legge completa a livello mondiale per la regolamentazione dell’AI. Lo scopo dell’AI Act europeo è quello di garantire uno sviluppo e un utilizzo etico, trasparente e sicuro dell’AI riducendo al minimo i danni per l’economia e la competitività. Recentemente, alle pressioni d’oltreoceano si sono aggiunte anche quelle dell’ex presidente della BCE e del Consiglio italiano Mario Draghi, che ha auspicato una sospensione della legge per scongiurare i rischi associati al provvedimento per l’Unione.
Nel luglio scorso, alcune dichiarazioni dei portavoce della Commissione europea avevano assicurato che, anche in presenza di pressioni, l’AI Act sarebbe stato implementato secondo i tempi previsti. Secondo il report del Financial Times, negli ultimi mesi all’interno della Commissione ci sono stati diversi colloqui su possibili ritardi nell’attuazione di “parti mirate della legge sull’intelligenza artificiale”. Un alto funzionario Ue ha dichiarato che l’Unione ha “collaborato” con l’amministrazione Trump ad un processo di semplificazione per apportare modifiche all’AI Act e ad altre normative digitali.
L'autolesionismo europeo nella corsa tecnologica
Il detto “l’America fa, la Cina copia e l’Europa regolamenta”…