AI Mode arriva in Italia: Google continua a reinventare di ricerche online

Anche in Italia arriva AI Mode, la nuova modalità di ricerca di Google che integra in modo diretto l’intelligenza artificiale. Non è un semplice aggiornamento del motore di ricerca: è una trasformazione profonda del modo in cui ci rapportiamo a internet. Con AI Mode, la ricerca diventa più naturale, dialogica e umana. Di fatto si […]

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AI Mode arriva in Italia: Google continua a reinventare di ricerche online

Anche in Italia arriva AI Mode, la nuova modalità di ricerca di Google che integra in modo diretto l’intelligenza artificiale. Non è un semplice aggiornamento del motore di ricerca: è una trasformazione profonda del modo in cui ci rapportiamo a internet.

Con AI Mode, la ricerca diventa più naturale, dialogica e umana. Di fatto si tratta di un’evoluzione di AI overview, che si sviluppa in una struttura diversa. Con AI Mode, le ricerche sono strutturate in una vera e propria chat con il sistema. Si può parlare con Google, mostrargli un’immagine, oppure descrivere una situazione complessa, e ricevere una risposta sintetica ma articolata, costruita come una piccola analisi. Dietro c’è il modello Gemini 2.5, nelle sue capacità più “ragionanti”.

Un nuovo modo di cercare

Il cuore di questa novità è proprio la ricerca multimodale. Un utente può scattare la foto di un oggetto, di un piatto o di un monumento e chiedere spiegazioni, confronti, informazioni aggiuntive, in un’evoluzione del vecchio Google Lens, ma resa più fluida e conversazionale dall’IA. In termini tecnici lo strumento utilizza la tecnica di query fan-out: scompone la domanda in sottotemi ed esegue contemporaneamente numerose ricerche.
E quando la materia è delicata — salute, politica, cronaca — l’algoritmo non improvvisa, ragguaglia Google: in quel caso tornerà a mostrare i risultati classici, con i link alle fonti, per garantire maggiore affidabilità e passare la palla della responsabilità del controllo fonti all’utente stesso.

Il balzo culturale e il “mistero italiano”

AI Mode, durante l’accelerazione nell’adozione dell’AI, può diventare un importante banco di prova culturale. Da una parte offre vantaggi enormi: velocizza la ricerca, migliora l’accessibilità (grazie alla voce e alle immagini), e può trasformarsi in un affiancamento prezioso per studenti, giornalisti e professionisti che necessitano di sintesi affidabili e rapide.
Apre anche scenari delicati: l’uso delle immagini solleva domande sulla privacy, l’automazione delle risposte allenta il bisogno di controlli incrociati e certo non giova al senso critico.

Alcuni utenti fanno notare poi un piccolo mistero nell’annuncio della versione italiana di AI Mode: l’app risulta perlopiù ancora inaccessibile nel nostro Paese. Inoltre nonostante la comunicazione ufficiale a firma della Country Manager Melissa Ferretti Peretti, l’Italia non appare ancora tra l’elenco dei paesi in cui la funzione è stata implementata. Non resta che attendere le prossime ore per gli aggiornamenti.


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