Un recente sondaggio di Google Cloud (“2025 Games Report”) ha mostrato quanto gli sviluppatori di videogiochi usino strumenti di intelligenza artificiale, in un settore già molto influenzato da questa tecnologia. Il risultato è stato piuttosto netto: l’87% di loro fa uso di strumenti AI per semplificare e rendere più efficiente alcune fasi del lavoro.
Secondo il sondaggio, che ha coinvolto 615 sviluppatori fra Stati Uniti, Corea del Sud, Norvegia, Finlandia e Svezia, il supporto dell’AI è più frequente nello svolgimento delle attività ripetitive tipiche della fase di programmazione. Molti sviluppatori affidano all’AI questi compiti per avere più tempo da dedicare alla creatività.
L’uso dell’AI nel settore dei videogiochi non dipende però solo da preferenze e comodità personali dei professionisti. L’industria usa già l’AI per ridurre i tempi di sviluppo, tagliare i costi e restare competitiva, ma questo genera timori tra i lavoratori riguardo al diritto d’autore, perdita di posti di lavoro e calo dei salari. Nel 2022 il valore globale dell’AI nel gaming si attestava fra 1,4 e 2 miliardi di dollari.
Secondo una ricerca condotta da ZipDo, l’AI è anche parecchio apprezzata da chi i videogiochi li consuma. Circa il 70% degli intervistati pensa che l’AI migliori il gioco: rende i personaggi più realistici, le storie più flessibili e riduce i comportamenti tossici dei giocatori.

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