L’Ue resiste alle pressioni: l’AI Act sarà implementato nei tempi previsti

Nei giorni scorsi una lettera sottoscritta da 33 firmatari del mondo economico-finanziario aveva chiesto alla Commissione di ritardare di due anni l'entrata in vigore dell'AI Act
L’Ue resiste alle pressioni: l’AI Act sarà implementato nei tempi previsti

Dopo aver ricevuto forti pressioni da un compatto fronte internazionale che chiedeva di ritardare l’entrata in vigore dell’AI Act, la Commissione europea, tramite il proprio portavoce Thomas Regnier, ha fatto sapere oggi che non ci sarà nessun slittamento e che la legislazione europea sull’intelligenza artificiale entrerà in vigore nei tempi previsti.

In realtà l’AI Act, approvato dall’Unione in via definitiva nel maggio del 2024, è già entrato in vigore a partire dallo scorso anno, ma l’attuazione completa delle norme è prevista progressivamente entro la metà del 2026. Nei giorni scorsi il tema era tornato centrale dopo che 33 firmatari fra imprenditori, investitori e ricercatori avevano sottoscritto una lettera indirizzata alla Commissione nella quale si chiedeva una “messa in pausa” dell’AI Act e un conseguente rinvio di 2 anni della sua entrata in vigore per favorire la competitività e prevenire i potenziali danni che potrebbero sorgere nel breve periodo. Nella lettera i firmatari accusano il provvedimento di “poca chiarezza”, sottolineando il rischio di “interpretazioni conflittuali” che contrastino con l’innovazione e gli investimenti necessari al settore.

Queste recenti pressioni, rappresentate dal mondo economico-finanziario e dell’imprenditoria, si vanno ad aggiungere a quelle più storicamente note poste dalle Big Tech, che da sempre non vedono di buon occhio la legislazione dell’Ue in materia, in quanto ritenuta eccessivamente complessa, un freno all’innovazione e l’anticamera di nuove ed eccessive responsabilità per le multinazionali della tecnologia che non possono operare bene in un ambiente troppo burocratico.

In questo senso società come Alphabet, Meta, altre aziende europee come Mistral e ASML ed esponenti politici di governi europei avevano insistito sulla possibilità di rinvio delle norme per mancanza del codice di condotta per i modelli linguistici di grandi dimensioni (GPAI) inizialmente previsto per il 2 maggio. Su questo tema la Commissione ha chiarito che esso sarà presentato nei prossimi giorni, che le aziende dovranno aderirvi entro un mese e che le linee guida entreranno in vigore entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda i nuovi modelli, cioè quelli immessi sul mercato dal mese prossimo, ci sarà invece un anno di tempo a disposizione per adeguarsi, mentre i modelli già esistenti avranno a disposizione due anni.

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