La Germania punta a incrementare l’uso dell’intelligenza artificiale entro il 2030 per sostenere la sua economia e competere a livello globale, secondo un documento del ministero della ricerca. L’obiettivo è che il 10% del PIL derivi dall’AI e che questa diventi uno strumento centrale nella ricerca.
Attualmente non è chiaro quanto l’economia tedesca dipenda dall’AI, ma un rapporto OECD del 2024 invita a usarla per affrontare sfide come la transizione ecologica, l’efficienza industriale e la sanità. Gli economisti suggeriscono un’accelerazione per mantenere la competitività, stimando un aumento di produttività fino all’1,2% annuo entro il 2030 (contro lo 0,4% attuale).
La strategia sarà approvata a breve e punta a costruire centri di elaborazione ad alta capacità entro il 2027, con almeno uno in Germania, sostenuto da aziende come Deutsche Telekom e finanziamenti europei da 20 miliardi di euro.
Si punta anche allo sviluppo del calcolo quantistico, con due computer quantistici corretti da errori e il primo satellite di comunicazione quantistica tedesco previsti entro il 2030.
La Germania, pur innovativa, è in ritardo nella commercializzazione dell’AI, con rischi di svantaggi e dipendenze. La strategia sottolinea l’importanza di collegare l’AI a settori come robotica, meccanica, auto e chimica.

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