Il Regno Unito si appresta a lanciare un’iniziativa di portata ambiziosa per entrare nell’élite globale dell’intelligenza artificiale. Il primo ministro Keir Starmer persegue l’obiettivo di trasformare il Paese in un leader mondiale nel settore e ha presentato questa settimana a Bristol un piano per la creazione di una rivale britannica di OpenAI, accompagnato da un massiccio potenziamento dell’infrastruttura informatica nazionale. Il progetto segue le raccomandazioni di Matt Clifford, investitore tecnologico britannico, e il suo “Piano d’azione per le opportunità dell’intelligenza artificiale”.
La strategia
Tra i punti cardine dell’iniziativa spicca l’espansione della capacità di elaborazione “sovrana” entro il 2030, con un aumento di venti volte rispetto a oggi. Un obiettivo supportato dall’AI Research Resource, piattaforma dedicata a rafforzare le risorse informatiche britanniche.
In parallelo, verrà formato un AI Energy Council, comitato composto da esperti energetici e del settore AI per integrare fonti di energia rinnovabile e nucleare nel supporto ai centri dati.
Il piano prevede anche l’istituzione di zone di crescita per l’intelligenza artificiale, in cui le regole sui permessi di costruzione saranno alleggerite per facilitare la creazione di nuovi data center.
Il Regno Unito intende distinguersi da altri Paesi anche sotto il profilo normativo, puntando a una regolamentazione più flessibile rispetto all’AI Act europeo.
La tendenza europea
I leader del settore hanno accolto favorevolmente la visione di Starmer. Zahra Bahrololoumi di Salesforce UK ha elogiato il piano per la sua lungimiranza, mentre Chintan Patel di Cisco UK ha sottolineato l’importanza di una roadmap chiara per trasformare il Regno Unito in una superpotenza dell’AI.
Rimane emblematico, però, l’approccio tutto europeo all’innovazione all’intelligenza artificiale. Mentre il tessuto tech imprenditoriale californiano e americano genera costantemente una spinta propulsiva talmente potente da risultare difficile da controllare, oltreoceano spetta quasi sempre alle istituzioni il compito di creare le condizioni per far emergere l’innovazione in ambito generativo. Il progetto di Starmer è senza dubbio lungimirante, tuttavia riflette ancora la fragilità dell’impulso innovativo europeo.