A novembre, a Milano, si svolgerà l’Italian Prompt Battle, torneo di prompting ideato da Lucia Cenetiempo (conosciuta sui social come The Prompt Master) e Massimiliano Di Blasi, esperti di AI generativa.
Per scoprire di cosa si tratta e in cosa consisterà l’evento, ne abbiamo parlato direttamente con gli organizzatori, che ci hanno raccontato l’origine e gli obiettivi del progetto.
I temi trattati all’interno dell’articolo
In cosa consiste l’Italian Prompt Battle?
“L’Italian Prompt Battle è un evento creativo, diverso da qualsiasi classico format aziendale – ci spiega Max – Qui non trovi sponsor sul palco a farsi pubblicità né speech sulla tecnologia spiegata in modo noioso. Al contrario: stimoliamo la parte più visiva, intuitiva e inconscia del pubblico. È un format che unisce design, prototipazione rapida e immaginazione. Vogliamo mostrare che il prompting non è solo una competenza tecnica, ma un nuovo linguaggio, una forma di pensiero, un atto progettuale. In pratica? È un mix tra poetry slam, e-sport e performance art: un’arena dove la creatività si sfida dal vivo, davanti al pubblico, con immagini generate in tempo reale a partire dai prompt scritti dai partecipanti. E chi vince non è chi ‘usa l’AI meglio’. È chi riesce a far vedere qualcosa che prima non c’era”.
“Io parto da ciò che non è – aggiunge Lucia – Non è una conferenza, un panel o un altro evento tech dove si parla di AI in astratto. È una sfida creativa dal vivo, dove si gioca con l’AI come si giocherebbe con parole, immagini e idee. Immagina uno spazio buio, suoni sintetici, due sfidanti sul palco. Un prompt appare sullo schermo. Tre minuti dopo, due immagini si materializzano. Il pubblico esplode. E vota. Noi diamo un tema. Gli sfidanti scrivono il prompt. L’AI genera l’immagine. Il pubblico guarda. Vota. Reagisce. Per me è un modo per liberare il prompting dal suo ruolo ‘aziendal-produttivo’ e mostrarlo come linguaggio visivo, come forma di design e gioco. All’Italian Prompt Battle, la visione conta più della tecnica, si premia chi osa e si sfida l’idea che ‘se è fatto con l’AI, allora non è arte’. Se sei un creativo, un marketer, un artista o solo curioso dell’AI, questo è il posto dove impari, ti confronti, ti fai notare“.
Come è nata l’idea?
Max: “L’idea mi girava in testa da un paio d’anni, da quando lavoravo in Contents.com, ma a quel tempo non era stata percepita come qualcosa di urgente. Poi, una notte, il primo aprile, all’1:18, ho scritto a Lucia su WhatsApp. Era uno di quei messaggi che sembrano pensieri a voce alta: ‘Dobbiamo farlo. Una prompt battle vera. Magari all’AI Week, visto che entrambi saremo lì come speaker’. Lucia ha colto subito lo spirito. Il giorno stesso ha preso il dominio. Poi abbiamo scoperto che qualcosa di simile era nato in Germania, ma si era fermato. Noi abbiamo deciso di portarlo più lontano, più in profondità e più in spettacolo”.
Lucia: “Sì, quando Max me l’ha buttata lì, mi si è accesa subito una scintilla. Primo: era una battle, e già questo mi ha fatto pensare a qualcosa di vivo, ludico e immersivo. Secondo: non era solo un evento tech. Era qualcosa che metteva il prompting al centro. Ma non come tecnica, come linguaggio. E questo per me è stato un click immediato”.
E perché proprio il prompting?
Max: “Il prompting oggi è una palestra: serve a sviluppare pensiero laterale, contaminazione, improvvisazione. Non basta saper scrivere bene: bisogna sapere cosa chiedere, come chiederlo, e soprattutto perché. È scrittura, ma anche regia. È design, ma anche esplorazione. È l’unico punto di contatto tra linguaggio umano e potere computazionale. E questo lo rende affascinante e necessario”.
Lucia: “Da anni vedo e tengo corsi sull’AI dove si spiega ‘cosa fa uno strumento’. Con Italian Prompt Battle volevamo ribaltare il punto di vista: mostrare cosa puoi fare tu, se impari davvero a dialogare con questi strumenti. Tutti oggi parlano di AI. Ma pochissimi sanno generare qualcosa che abbia senso, forza visiva o una narrazione interna. Noi vogliamo alzare l’asticella. Vogliamo creare il primo format italiano dove l’AI è uno strumento creativo da dominare, non da subire. Insomma, per me il prompting è il nuovo storytelling. Ma non mi bastava più solo dirlo. Dovevamo dimostrarlo. Live, davanti a tutti”.

Come è nata la vostra collaborazione?
Max: “Io e Lucia ci conosciamo da un po’. La prima volta che l’ho vista le ho fatto un mojito a una festa, da lì è partita una connessione spontanea. Poi ci siamo ritrovati a parlare sempre più spesso di AI, di creatività, di linguaggi nuovi. Io arrivo da un mondo visivo e progettuale: sono attratto da tutto ciò che è immagine, estetica, tensione narrativa. Lucia invece ha una mente sistemica, analitica, orientata al funzionamento profondo delle cose. E funziona proprio per questo. Abbiamo due teste molto diverse, ma perfettamente sincronizzate sul campo di gioco. Dove io creo visione, lei crea struttura. Dove io lancio una provocazione, lei la rende attuabile. La Prompt Battle nasce esattamente da qui: visione + metodo, immaginazione + strategia, glitch + rigore. E, cosa non da poco, ci divertiamo davvero”.
Lucia: “Max è effettivamente bravo coi mojito, ma è quando ha iniziato a parlare di immagini, glitch, arte generativa e AI come linguaggio che ho pensato: ok, qui c’è qualcosa di interessante. Io e Max ci siamo incontrati spesso in ambienti diversi, ma quando abbiamo cominciato a scambiarci idee sull’intelligenza artificiale è come se si fosse chiuso un circuito. Lui vede prima degli altri dove sta andando l’estetica. Ha un istinto visivo incredibile, capisce al volo cosa può funzionare a livello di impatto e narrazione. Io invece smonto tutto, studio, ricostruisco. Lavoro su architetture, modelli, automazioni, logica. Ma quando ci confrontiamo, le idee si incastrano. L’Italian Prompt Battle è il risultato di una cosa rara: una collaborazione dove c’è fiducia, stima e un sacco di entusiasmo autentico”.
Come è stata recepita l’iniziativa?
Max: “Ci è letteralmente esplosa in mano. Come per ogni idea che funziona, la prima cosa che abbiamo fatto è stata validarla velocemente: creato un personaggio AI (Andromeda) che era l’identità visiva, costruito e pubblicato una landing page, scritto un post a testa su LinkedIn. Nessun budget. Nessun media plan. In pochi giorni ci siamo trovati con decine di iscrizioni, una valanga di messaggi privati, commenti, DM. Gente che non conoscevamo ci scriveva per dirci: ‘Vi prego, fatelo. Quando parte?’. È stato il segnale che stavamo toccando qualcosa di reale, che le persone stavano aspettando questa energia e questo tipo di accesso all’AI”.
Lucia: “È andata ben oltre le aspettative. Persone completamente diverse tra loro – creativi, dev, marketer, studenti, artisti – ci dicevano tutti la stessa cosa: ‘Finalmente qualcosa di nuovo, finalmente si può fare con l’AI, non solo parlarne’. Lì abbiamo capito che l’Italian Prompt Battle è decisamente un evento da organizzare, un movimento da attivare. Il risultato è che è nata una community prima ancora dell’evento. E ora quella community ha fame. Vuole giocare e creare. Siamo partiti e siamo pronti a offrirle un’arena”.

Quando e dove si terrà l’evento?
Max: “L’evento sarà a novembre, e la città è Milano. Stiamo valutando diverse location e la scelta finale arriverà a settembre. Ma non vogliamo sceglierla da soli: stiamo ascoltando la community, perché vogliamo che lo spazio rispecchi lo spirito della battle. Per questo vogliamo che ogni dettaglio, dal palco alle luci, contribuisca a renderlo memorabile, immersivo, provocante. La tappa di Milano sarà solo l’inizio”.
Lucia: “La data è già bloccata, ma sulla location stiamo ancora giocando la partita perché non vogliamo un centro congressi, non vogliamo sedie in fila e badge di plastica. Vogliamo uno spazio che amplifichi l’energia creativa. Vogliamo che la location parli la stessa lingua dell’evento: glitch, visione, possibilità. Alcune proposte che ci sono arrivate dalla community sono davvero interessanti. Quindi approfitto per fare un appello diretto: hai uno spazio figo? Vuoi collaborare o ospitare la battle? Vuoi essere parte di questo esperimento? Stiamo valutando location ibride che siano parte dell’esperienza. Cerchiamo partner coraggiosi che vogliano ospitare qualcosa di mai visto. L’Italian Prompt Battle è un evento, sì, ma è anche l’inizio di qualcosa che non vuole restare chiuso in una stanza. Vuole accendersi. Ovunque”.
➡️ Scopri di più sul sito ufficiale dell’Italian Prompt Battle.
➡️ Il sito di Lucia Cenetiempo, The Prompt Master
➡️ Il sito di Massimiliano Di Blasi