Secondo le autorità turche, alcune delle risposte generate da Grok, il chatbot AI della società di Elon Musk xAI, erano da ritenersi ingiuriose nei confronti del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. Queste sono le ragioni alla base della decisione di un tribunale di Ankara di bloccare per un tempo indefinito il funzionamento del chatbot in tutto il territorio nazionale.
In merito all’episodio, che costituisce di fatto il primo divieto di accesso a uno strumento di intelligenza artificiale in Turchia, è stata avviata un’indagine formale da parte del procuratore capo di Ankara sulla base di una legge nazionale che punisce gli insulti rivolti al presidente con pene fino a 4 anni di carcere, un’azione giuridica contestata da molti internamente e additata come uno strumento nelle mani del governo per la repressione del dissenso. Il divieto è stato poi applicato dall’Autorità per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (BTK).
La vicenda potrebbe essere anch’essa la conseguenza di un recente aggiornamento che è stato apportato al chatbot con l’intenzione di imprimere un deciso cambiamento ideologico e di atteggiamento nelle risposte e nelle ricostruzioni fornite dal modello. In merito a questo, da parte di xAI e del suo CEO Elon Musk, ad ora, non è arrivato invece nessun commento.

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