L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo della medicina e trasformando la ricerca e la pratica clinica in un terreno di scoperte costanti. Dalla diagnosi precoce allo sviluppo di farmaci, dai laboratori di ricerca ai reparti ospedalieri, l’AI si sta affermando come uno strumento indispensabile per supportare i professionisti e accelerare l’innovazione medica.
Secondo un’indagine dell’American Medical Association, oltre due medici su tre negli Usa utilizzano quotidianamente strumenti basati su AI, mentre le stime globali indicano che il mercato dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario è destinato a raggiungere 180 miliardi di euro entro cinque anni, con una crescita del +619% rispetto al 2024 e un CAGR del 38%. Il Nord America guida il settore con il 45% del mercato, ma anche l’Europa accelera grazie a investimenti pubblici e privati.
In Italia sta ottenendo particolare risalto il bando “From Bed to Bench: the Way to Innovation” della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), che destina 24 milioni di euro a 12 progetti diversi, due dei quali focalizzati sull’AI. “Il progresso è inevitabile – sottolinea il presidente Andrea Donnini – e serve aprirsi alle nuove tecnologie per migliorare ricerca e cure”. Alcuni studi recenti hanno portato a risultati sorprendenti nel settore: a Stanford, un laboratorio virtuale basato su AI ha sviluppato in pochi giorni 100 potenziali terapie anti-COVID, due delle quali già validate con successo. Inoltre, alcuni algoritmi di AI aiutano già i medici ad analizzare i dati omici per personalizzare i trattamenti, migliorando l’efficacia e la sicurezza delle cure.

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