Come sarebbe il web se esistessero i contenuti ma non le pagine che permettono agli esseri umani di consultarli? È più o meno questo il futuro che ci attende secondo alcune previsioni. Sempre più analisti immaginano che a breve non saremo più noi a navigare personalmente dentro Internet, ma lo faranno schiere di agenti AI che al nostro posto selezioneranno e aggregheranno opzioni personalizzate di informazioni, suggerimenti e soluzioni.
Questa nuovo orizzonte potrebbe rivoluzionare non solo il modo in cui fruiamo dei contenuti online, ma anche l’intero ecosistema digitale, dalla ricerca di informazioni alle modalità pubblicitarie.
La scomparsa del web design?
Se la relazione con il web degli utenti sarà sempre più filtrata dagli assistenti digitali, verrà annullato il bisogno di “cercare personalmente su Google” o di sfogliare pagine web. Con gli aggregatori tradizionali disintermediati e la scomparsa dell’interazione diretta tra l’utente e il contenuto, l’intera architettura del web sarebbe modificata per facilitare la relazione tra l’AI e i contenuti e non più tra le persone e i contenuti. Tradotto: il web design ‘per umani’ potrebbe non servire più.
Gli analisti finanziari di Bernstein Mark Shmulik e Nikhil Devnani hanno di recente riassunto la questione giungendo a conclusioni assolutiste: “C’è un’idea che non riusciamo a scrollarci di dosso: se gli agenti AI diventano davvero utili, Internet si ‘oscurerà’“. L’oscuramento al quale si riferiscono gli analisti va inteso come una trasformazione degli spazi e delle piattaforme online, che resteranno popolati da informazioni ma senza più bisogno che queste siano consultabili dalle persone. D’altronde quando un dialogo avviene esclusivamente tra due macchine, la necessità del linguaggio umano è nettamente spazzata via:
Un nuovo equilibrio economico digitale
Una delle conseguenze più sorprendenti di questo scenario è il cambiamento profondo negli equilibri economici del web guidati dalla pubblicità. Nonostante la ‘social networkizzazione‘ del web abbia già cambiato i paradigmi, i banner e gli annunci posizionati sui siti restano alcuni dei principali strumenti per creare un’economia che garantisca la sostenibilità del web. Tuttavia, se gli utenti non accederanno più direttamente alle pagine i tradizionali spazi pubblicitari digitali non serviranno fondamentalmente più.
Le aziende tecnologiche dovranno ripensare completamente le strategie di marketing digitale, che probabilmente passerà in larga parte per gli Agenti AI stessi. Strumenti che, nell’intenzione dei giganti della Silicon Valley, saranno dotati di ampie possibilità esecutive e intermediari in grado di analizzare e scegliere offerte commerciali. “Veri e propri pseudo-mercati a pieno titolo“, ha scritto Shmulik. Difficile immaginare nella loro interezza le ripercussioni economiche di questo nuovo modello.
Quel che è certo è che da OpenAI con il suo Operator, a Google con Project Mariner, fino ad Anthropic con il suo Computer Use, tutte le big tech sono impegnate nell’elaborazione dei loro ecosistemi agentici per creare questo nuovo panorama.