Il fondatore di Amazon, intervenendo all’Italian Tech Week di Torino, è stato chiaro. Nel prossimo ventennio potremmo assistere alla costruzione di enormi data center ubicati nello spazio, con grandissime capacità di stoccaggio ed elaborazione di dati ed un’alimentazione basata sull’energia solare costantemente disponibile.
Può sembrare un’ipotesi fantascientifica, ma quella teorizzata da Bezos è un’idea che sta prendendo sempre più piede fra i giganti del settore tecnologico e che si basa sull’emulazione di quanto già accaduto con i satelliti meteorologici e quelli per le comunicazioni. Una tale soluzione sarebbe infatti in grado di risolvere con un solo colpo quasi tutti i problemi relativi alla costruzione di data center, dal consumo di suolo e lo spreco di risorse naturali come l’enorme quantità di acqua necessaria per raffreddarli, fino all’elevata richiesta di energia per il loro mantenimento.
“Questi giganteschi cluster di addestramento saranno meglio costruiti nello spazio, perché lì abbiamo energia solare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono nuvole, né pioggia, né maltempo” ha dichiarato il proprietario di Amazon in un’intervista pubblica. Le sfide più grandi inerenti ad un simile progetto riguarderebbero, oltre al tema dei costi e della sostenibilità economica relativa al lancio dei razzi, le difficoltà di manutenzione e di esecuzione degli aggiornamenti che i data center richiedono con una certa frequenza. Ma il settore tecnologico non sembra essere spaventato da queste difficoltà.

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