Nonostante gli Stati Uniti considerino quello dell’intelligenza artificiale un settore estremamente strategico su cui investire per mantenere il proprio primato di potenza mondiale, è escluso che, in caso di crisi del settore, ci possa essere un intervento pubblico federale per salvarlo.
Lo ha affermato con un post su X David Sacks, responsabile dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca. Sacks ha scritto che se una delle “cinque importanti aziende modello di frontiera” statunitensi dovesse fallire, semplicemente “altre prenderanno il suo posto”.
Negli ultimi mesi, alcune azioni messe in campo dall’amministrazione statunitense avevano lasciato intendere le possibilità che gli Stati Uniti potessero aver assunto una logica economica più interventista per proteggere il settore dell’AI. Oltre al piano Stargate lanciato dall’amministrazione Trump nel gennaio del 2025, gli Usa hanno investito miliardi di fondi pubblici nella ricerca, acquisito una quota di Intel per evitarne il fallimento e interferito con gli obiettivi commerciali di un colosso come Nvidia per salvaguardare la sicurezza nazionale. Diverse aziende del settore dell’AI hanno inoltre ricevuto incarichi in appalto dalle agenzie governative specialmente nei settori della difesa e della sicurezza.
Il CEO di OpenAI Sam Altman ha affidato la risposta alle parole di Sacks ad un post su X. Altman si è dichiarato a favore della linea della Casa Bianca, affermando che la filosofia di OpenAI è contraria agli interventi pubblici per salvare aziende che “prendono decisioni sbagliate o falliscono sul mercato” e allo stesso tempo i governi non dovrebbero poter “scegliere vincitori o perdenti”.
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