“Chi deciderà cosa costituisce un uso responsabile dell’intelligenza artificiale?”. È quanto ha chiesto il vice ambasciatore russo Dmitry Polyanskiy parlando alle Nazioni Unite nel corso dibattito del Consiglio di Sicurezza sull’intelligenza artificiale, la pace e la sicurezza internazionale, dove ha espresso tutto lo scetticismo della Russia sull’attuale governance globale dell’AI e sulle sue implicazioni.
Secondo la visione promossa dal Cremlino, l’AI è una tecnologia pericolosa se non governata bene e capace porre dei “seri rischi in grado di da compromettere la stabilità dell’intero sistema di relazioni internazionali”. Polyanskiy ha anche aggiunto che essa può costituire un problema per la democrazia, dal momento che attraverso le sue tecnologie si possono generare “notizie e contenuti falsi in grado di influenzare l’opinione pubblica e i risultati elettorali”.
In passato la Russia è stata più volte accusata di aver diffuso notizie false e campagne di disinformazione per influenzare i risultati elettorali e l’opinione pubblica della popolazione occidentale. Queste accuse sono state avanzate dalle intelligence occidentali in occasione delle elezioni del 2016 negli Stati Uniti, che portarono al primo trionfo di Donald Trump, della Brexit nello stesso anno e in altre tornate elettorali europee dove il Cremlino avrebbe sostenuto una falsa retorica su temi divisivi per destabilizzare e minare l’unione degli Stati europei.
Esprimendo il favore della Federazione Russa verso un maggiore coordinamento internazionale sull’AI gestito dalle Nazioni Unite e l’istituzione di un comitato scientifico indipendente, il rappresentante russo ha sottolineato la pericolosità dell’impatto dell’AI sull’economia e le disuguaglianze mondiali. Secondo Polyanskiy, i vantaggi dei paesi sviluppati nell’accesso alla tecnologia non faranno altro che aumentare la “disuguaglianza digitale e il già significativo squilibrio nello sviluppo globale” aprendo la strada verso l’emergere di nuove tensioni.
La Russia ha accumulato un forte ritardo nella corsa all’AI rispetto ad altre grandi potenze come Stati Uniti e Cina e teme di non riuscire a recuperarlo. Le cause di questo ritardo sono molteplici, come ad esempio la scarsa capacità di attrarre e mantenere talenti all’interno del proprio ecosistema di innovazione, una filiera produttiva di chip interna limitata e lenta e la presenza di sanzioni internazionali in conseguenza dell’invasione dell’Ucraina del 2022 che ostacolano gli interscambi di tecnologia.

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